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Teenager in fuga da Facebook? Calma, non è proprio così

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Troppo spesso, quando si leggono dichiarazioni, dati e commenti, si salta a delle conclusioni troppo affrettate che possono avere conseguenze anche importanti per i titoli in borsa.

La mia indagine prende spunto da una serie di articoli apparsi online, anche su testate autorevoli, che prendono in considerazione una dichiarazione di David Ebersam, CFO di Facebook, su una presunta fuga dei teenagers dal Social Network per eccellenza:

“Si tratta di una metrica difficile da misurare….abbiamo sviluppato nuovi strumenti analitici….cio’ che possiamo dire e’ che, negli Stati Uniti, l’utilizzo in generale è rimasto abbastanza stabile da Q2 a Q3 ma abbiamo visto un calo nell’utilizzo tra i teenager

Apriti cielo! La dichiarazione è stata ripresa da tutti i maggiori commentatori di settore come un campanello d’allarme per la stabilità ed il futuro di Facebook.

Se il calo interessa i più giovani allora è un attimo che si propaghi anche alle altre fasce demografiche. D’altronde, furono proprio i giovani (anche se non del tutto teenagers) ad innescare il boom di Facebook dai campus degli Stati Uniti nel 2006.

A GlobalWebIndex abbiamo quindi deciso di verificare se i nostri dati riflettono effettivamente questo calo. Sono però necessarie precisazioni metodologiche.

I dati che verranno presentati si riferiscono a ricerche condotte tramite questionari su campioni rappresentativi della popolazione online tra i 16-64 anni, che accedono ad internet tramite PC. A questi individui viene chiesto se possiedono un account su una serie di servizi proposti (tra i quali ovviamente Facebook), dopodiché si domanda quali di questi servizi è stato utilizzato in maniera attiva.

Questo fa si che un semplice login possa non far figurare un utente come attivo, contrariamente ad altre metodologie utilizzate da altri istituti di ricerche e da Facebook stesso.

Con questa premessa, si può ora guardare direttamente ai dati. Facebook sta quindi veramente perdendo utenti tra i teenagers?Guardando al quadro globale, l’impressione è che ci sia una fuga abbastanza consistente di giovani dal Social Network di Menlo Park.

Come è chiaro dal grafico qui sopra, i teenagers (16-19) attivi su Facebook negli Stati Uniti sono calati del 15 punti percentuali dall’inizio del 2013 fino ad arrivare all’attuale 63% del totale della popolazione statunitense online. Un calo non indifferente che ha preoccupato i commentatori di mezzo mondo, visto soprattutto che lo stesso calo si riflette anche a livello globale (Cina esclusa per mancanza di informazioni).

Guardiamo ora all’Italia e vediamo se si riflette lo stesso calo.

In base al grafico qui sopra e’ evidente che anche in Italia ci sia stata un emorragia di teenagers attivi su Facebbok: dall’ultimo quarto del 2012 ad oggi sono calati del 24punti percentuali. Ad oggi infatti “solamente” il 61% dei teenagers italiani dichiara di essere stato attivo su Facebook nell’ultimo mese, mentre alla fine del 2012 erano ben l’85%.

Per completezza dell’analisi dobbiamo pero’ prendere in considerazione dati raccolti negli stessi periodi temporali, per verificare se i cali di attività siano dovuti a fenomeni di stagionalità.

Dai dati raccolti sembra esserci stato un calo generalizzato dell’utilizzo attivo di Facebook di 20 punti percentuali dall’inizio di quest’anno ad oggi e che non abbia interessato solamente i teenagers.Il grafico qui sopra dimostra, infatti, come tutte le fasce di età (qui prese a cluster predefiniti per comodità) abbiano risentito del calo di attività dal primo al terzo trimestre del 2013..

Malgrado questi risultati possano sembrare sorprendenti ed un calo di 20 punti dall’inizio dell’anno debba sicuramente far suonare qualche campanello d’allarme, questi dati vanno presi facendo le giuste considerazioni.

Quasi tutti i valori si sono, infatti, riassestati sugli stessi parametri dell’anno precedente se paragonati allo stesso periodo. Mettendo a confronto i secondi quarti (Q2) del 2012 e del 2013 si può notare infatti come l’utilizzo attivo di Facebook sia invece aumentato di 2 punti percentuali nel totale. Lo stesso accade tra quasi tutte le fasce di età.

Anzi, se paragoniamo la situazione italiana con quella statunitense ci accorgiamo che Facebook in Italia se la passa meglio che oltreoceano dove il calo, confrontando lo stesso periodo, è maggiore.

Facebook sembra essere quindi caratterizzato da un utilizzo attivo fortemente oscillante e che risente di pesanti variazioni stagionali.

Allarmi o conclusioni avventate?

Quasi tutti gli analisti che hanno commentato la dichiarazione di Ebersam hanno gridato all’allarme annunciando il declino della Social di Zuckerberg che comincia proprio da quella fascia di età che lo aveva lanciato.

A mio avviso non è cosi. I dati vanno sempre confrontati negli stessi periodi temporali per avere un’ idea chiara dell’andamento dei trend. Inoltre, se consideriamo la crescita della concorrenza, il moltiplicarsi dei servizi ed il rischio di saturazione del mercato, una leggero calo non dovrebbe far preoccupare tanto da disturbare i piani alti.

La mancanza di dati solidi sui quali basare le proprie conclusioni, porta spesso a prendere abbagli e saltare a conclusioni avventate. Ci aspettiamo quindi di ricevere dati che riveleranno un incremento dell’utilizzo attivo in Q4 2013 confermando cosi la stagionalità dell’utilizzo del Social Network.

Quello che bisogna chiedersi è pero se e quando Facebook tornerà a crescere.

Riuscirà ad innovare abbastanza da coinvolgere nuovamente gli utenti che sta perdendo e ridurre il fenomeno della stagionalità? Ma soprattutto, riuscirà a vincere la battaglia del mobile sulla quale si sta giocando il futuro di tutti i servizi sociali?

Se volete saperne di più, ora dal sito di GlobalWebIndex è possibile registrarsi gratuitamente e scaricare dati e l’infograficadirettamente dal nostro portale

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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