Terremoto, un laboratorio di scrittura speciale: Fiore di campo

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C’è la barba di Fabio che cresce e protegge. Anzi più la barba di Fabio cresce, più lo protegge dalle cose che fanno paura. Il terremoto fa paura. E c’è il terremoto inventato e il terremoto vero. C’è il terremoto dell’Aquila e quello dell’Emilia. Quello inventato è quello ascoltato durante un viaggio raccontato da altri, dagli studenti aquilani, dalle associazioni che lavorano nel campo della salute mentale, operatori dei servizi socio sanitari e rappresentanti della società civile che stanno ricostruendo L’Aquila.

Quello vero è il terremoto dentro. Quello che Fabio ha sentito davvero la notte del 21 e la mattina del 29 maggio 2012. È passato più di un anno dal terremoto dentro e intanto la barba di Fabio cresce e protegge.

E poi ci sono e storie di chi i terremoti, da quello vero a quello inventato, quello dell’Aquila e quello dell’Emilia li ha scritti.

E li ha scritti durante un laboratorio che si chiama Fiore di Campo. Sono le storie di Daniela che scrive “Bemmò, il terremoto!!”. E io me la immagino Daniela che dice “terremoooto”, come lo direbbero in Emilia, con una “ooo” lunga e dolce. C’è il terremoto di Davide, di Anna e di Daniele.

Ma sono anche le storie di Alessandra che fa la maestra a Finale Emilia e Sant’Agostino, che il laboratorio lo ha condotto e che racconta “L’impossibile in una notte” che poi è il terremoto vero, quello che fa paura ad Agnese, che è sua figlia. E c’è il terremoto di Romano che è un geologo dell’INGV e che scrive che il terremoto è un piccolo e invisibile serpente.

Fiore di Campo era un laboratorio di scrittura.

Doveva servire a scrivere di una cosa che fa paura. Una cosa che dopo che l’avevi ascoltata doveva essere masticata, scritta, corretta, riscritta e poi non faceva più paura. E poi invece il terremoto vero, quello che quando arriva fa paura, è arrivato e la barba di Fabio, il “Salto nel vuoto” di Alessandra, “La Stretta di mano” di Daniela, “Il Vetro rotto di una foto” di Davide, “La Ruspa e l’arcobaleno” di Anna, ecco tutti questi racconti li hanno protetti tutti ai ragazzi del laboratorio di scrittura.

Ora questi terremoti e le storie che li hanno raccontati cercano un editore. Intanto, però, c’è la storia di Fabio che si intitola “Sto dormendo” e che l’abbiamo letta e filmata insieme… E intanto la barba di Fabio cresce… e chissà quanto sarà diventata lunga.

O forse l’avrà tagliata. Ma l’importante è che la barba di Fabio protegge.

Roma, Emilia, Tanzania, 24 agosto 2013

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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