Quando avevo 10 anni, nel 1988, facevo il boy scout. Organizzare un campo era complicato: si facevano le catene telefoniche per le riunioni, bisognava recuperare mappe e cartine e per acquistare i biglietti si doveva andare fisicamente in stazione. Grazie al digitale, oggi, è tutto più semplice.
L’aspetto che mi colpisce di più, e che spesso viene trascurato, di questo radicale cambiamento è l’evoluzione del paradigma relazionale: il digitale ha metabolizzato gran parte della nostra socialità. La Rete ci ha abituato a condividere pensieri ed esperienze in tempo reale, riducendo tantissimo la barriera spazio-temporale delle nostre relazioni. Se questo concetto è abbastanza evidente nei rapporti personali, uno-a-uno, diventa (molto) più complesso nelle relazioni che riguardano gli utenti di un servizio o i clienti di un’azienda.
Che magari sono migliaia. O addirittura milioni.
LA SFIDA DI THRON: CENTRALIZZARE TUTTI I CONTENUTI DIGITALI
Quali sono e come dovrebbero essere gli strumenti che permettono di gestire la comunicazione e le relazioni nelle realtà più complesse? Siamo partiti da questa domanda, circa 4 anni fa, per costruire la nostra piattaforma cloud che permette di centralizzare qualsiasi tipo di contenuto digitale per poi controllarlo al meglio nella distribuzione e nell’analisi. L’idea di base è questa: il valore è nei contenuti, quindi la loro organizzazione deve avvenire a prescindere dal canale attraverso cui vengono distribuiti. Anche perché i canali sono in forte evoluzione: oggi c’è il sito web e l’app mobile. Domani ci saranno l’Apple Watch e i Google Glass. E dopodomani l’internet of things con tantissimi nuovi device.
Thron permette di centralizzare i contenuti in modo tale che siano pronti per la fruizione su qualsiasi canale. Presente o futuro che sia.
HAPPINESS AS SERVICE
Siamo stati tra i primi in Italia a mettere sul cloud i nostri servizi di comunicazione. E quando li abbiamo raccolti in un’unica piattaforma, più che a un software as a service… ci siamo ispirati all’happiness as a service. Dove happiness significa soprattutto avere il controllo completo sui propri asset.
Devo modificare la foto di un prodotto? Voglio che si aggiorni ovunque sia stata pubblicata. Non solo. Happiness significa anche poter caricare quella foto al massimo della risoluzione e poi lasciare che sia la piattaforma a renderla disponibile nella migliore qualità in base al device e alla banda disponibile in quel momento.
Happiness significa contare su una piattaforma in grado di adeguarsi alle esigenze del momento, garantendo sempre il massimo della performance con il minimo delle risorse.
Happiness è anche una tecnologia enterprise che sia intuitiva e facile da usare come un’app dello smartphone.
Se l’idea di base di Thron è centralizzare qualsiasi tipo di contenuto per migliorarne la gestione e la distribuzione, il suo primo requisito deve essere quello di integrarsi facilmente (economicamente) con quei sistemi che, per definizione, raccolgono queste informazioni. È il caso degli ERP o dei CMS, ma vale per qualunque repository di contenuto. In pratica l’applicazione si “collega” a questi sistemi e lavora con loro di concerto, senza stravolgere i flussi e gli strumenti di lavoro delle persone.
UN PLUGIN PER WORDPRESS (CHE LAVORA PER NOI)
Faccio un esempio per spiegare meglio il concetto. Abbiamo un plugin che permette di sincronizzare tutti i contenuti di un sito WordPress (come quello che state leggendo) con Thron. Significa che a partire da questo momento, mentre gli editor del sito continuano a lavorare come prima, siamo in grado di rendere disponibili i contenuti al management dell’azienda, il quale può condividerle ad altre risorse, interne ed esterne. Il marketing può aggiornare le schede prodotto e pubblicarle sul portale consumer, gli account possono contare su un listino aggiornato in tempo reale, l’amministratore delegato può ricevere la rassegna stampa mentre a fornitori e partner può essere dato accesso (controllato) ai materiali su cui lavorare.
L’IMPORTANZA DELLA CONTENT INTELLIGENCE
Tutte queste informazioni sono valorizzate al massimo dalla Content Intelligence. E qui arriva il bello. Perché mettere tutti i contenuti in un unico luogo non significa soltanto una distribuzione multicanale più efficiente: è la premessa per avere una visione d’insieme su come, quanto, dove e da chi, vengono fruiti questi contenuti. Sulla base di queste informazioni diventa un po’ più semplice gestire quelle relazioni complesse di cui parlavo prima.
La Content Intelligence di Thron inizia fin dalla creazione dei contenuti: gli asset vengono classificati automaticamente attraverso tag che la piattaforma assegna in base agli argomenti trattati. E questo vale per qualsiasi genere di documento, dai pdf ai filmati: lo script ascolta il “parlato” di audio e video, “guarda” le immagini, “studia” il testo di un documento e, in pochi millisecondi, è in grado di classificarlo.
E’ un po’ come imparare a parlare. Il nostro cervello apprende un vocabolario sempre più ampio e capisce come usarlo in modo articolato.
Lo stesso fa la nostra piattaforma con i contenuti e le persone: diventa sempre più bravo a utilizzarli per realizzare discorsi efficaci e personalizzati caso per caso. E, come succede a tutti noi, è in grado di scegliere la cosa migliore da dire in base al contesto e alle persone a cui si trova di fronte.
Si tratta di un sistema del tutto nuovo per analizzare la comunicazione digitale, un sistema che si avvicina molto al modo di pensare delle persone perché si sottrae a una metrica squisitamente statistica e permette la comprensione logica che sottostà alla fruizione dei contenuti. Mi spiego meglio: quando parliamo delle vacanze con un amico, la nostra conversazione sarà guidata dai reciproci interessi, come il tipo di viaggio o le destinazioni. In questo modo gli argomenti risulteranno coinvolgenti per entrambi e, alla fine, oltre a essere piacevole la chiacchierata si rivelerà anche utile, perché avremo ricavato informazioni che potranno servirci per un futuro viaggio.
Thron permette di fare esattamente la stessa cosa, però indistintamente se a farlo sono poche o milioni di persone!
Ordina i contenuti, li segue passo passo in ogni singola fruizione, utente per utente, chiunque esso sia, su qualsiasi canale, interagisce con i sistemi esterni con cui scambia informazioni, e mentre fa tutto questo analizza e impara grazie al suo motore semantico, alla sua capacità di analisi comportamentale e all’intelligenza predittiva che gli abbiamo dato.
I BIG DATA, UN PATRIMONIO CHE MOLTE AZIENDE NON RIESCONO A GESTIRE
Tutto questo nasce da un concetto molto semplice: oggi le aziende sono ricchissime di informazioni, producono contenuti in modo continuativo. Il problema è che tutto questo viene distribuito, diluito, duplicato decine di volte. Se ne perde il controllo e soprattutto la capacità di analizzarlo. O addirittura lo si affida a piattaforme di terze parti che con la buona stella del “gratis&social” non fanno altro che impossessarsi di questi asset e utilizzarli per ricavarci valore.
Abbiamo cambiato tutte le regole: queste informazioni (a ma piace chiamarle così, anche se oggi tutti le chiamano Big Data) vengono elaborate centralmente da Thron e restano patrimonio dell’azienda. Un patrimonio che si rivaluta continuamente perché la piattaforma aggiorna il profilo di utenti e contenuti, rendendoli così dinamici nel tempo. Queste informazioni permettono di mantenere un livello di conoscenza così approfondito del cliente/utente da ricostruire, attraverso il digitale, quel rapporto diretto e personale che un tempo caratterizzava la relazione tra il negoziante e i suoi clienti.
Quella relazione che, per esempio, permette al barista di chiedere: “il solito?”
Abbiamo creato una tecnologia intelligente che aiuta le persone a prendere scelte sempre migliori, a lavorare più velocemente e in modo più efficace. E ad avere più tempo per le attività a valore aggiunto. Senza accorgersi dell’impatto tecnologico che questo comporta. Se non è happiness questa…