Torna il Longitude prize, 300 anni dopo (e con tre zeri in più)

scienze

Istituire un premio importante, legato alla soluzione di un problema difficile, è un ottimo modo di dare visibilità al problema e pungolare la gente a pensarci, proponendo soluzioni.

La storia è piena di queste sfide all’inventività, spesso nel campo della fisica o della matematica, ma anche dell’ingegneria o dell’esplorazione. Per incentivare la risoluzione di problemi pressanti per la nostra società, il governo inglese ha pensato di rispolverare un premio storico, vecchio di tre secoli, il Longitude prize. Ovviamente, questo revival non ha nulla a che fare con la misura della longitudine. La scelta di utilizzare un nome storico si riferisce piuttosto al desiderio di sottolineare lo spirito che portò all’istituzione del premio che voleva attaccare il problema più difficile che si fosse trovata ad affrontare la marina inglese: la misura della posizione di una nave in alto mare.

La conoscenza non abbastanza precisa della posizione di navi singole e di intere flotte aveva causato innumerevoli disastri navali. Il 22 ottobre 1707, in una notte di tempesta la flotta da guerra inglese, che credeva di navigare in acque sicure nel canale della Manica, andò a cozzare contro gli scogli delle isole Scilly. Quattro navi affondarono causando la morte di circa 2000 persone, compreso l’Ammiraglio. Trovare un metodo per determinare la posizione delle navi in alto mare era di primaria importanza per una potenza marinara come l’Inghilterra e, nel 1714, il Parlamento inglese approvò il Longitude Act che istituì il “Board of Longitude” e offrì un premio ingentissimo a chi fosse riuscito a risolvere il problema della misura della longitudine in mare.

Vennero messe in palio 10.000 sterline per chi fosse riuscito a fare misure con un errore di 1° e 20.000 sterline per un errore di 0,5°. Visto che la storia ha degli interessanti risvolti astronomico-sociologici, ve la riassumo brevemente.

La posizione di qualsiasi punto sulla terra è determinata a partire da due coordinate la latitudine e la longitudine. Mentre la latitudine può essere misurata precisamente con il sestante, la longitudine rappresentava un problema molto più ostico perché richiede il confronto tra l’ora locale (per esempio il passaggio del sole allo zenit) e l’ora del luogo preso come sistema di riferimento. Oggi il problema ci appare ridicolo, abbiamo tutti al polso un orologio e se, una volta atterrati a Sidney, come a New York o Rio de Janeiro, non aggiustiamo l’ora al fuso locale, il nostro orologio continuerà a segnare quella del luogo da dove siamo partiti, senza sgarrare di un secondo.

Ma qualche secolo fa, per le potenze che cominciavano a dividersi il mondo a seguito dei grandi viaggi di esplorazione, il problema era pressante.

La soluzione poteva essere di tipo astronomico, basata sull’utilizzo di fenomeni celesti facilmente prevedibili, ma non sempre facili da osservare, oppure meccanica, basata su una sostanziale miglioria dell’orologio a pendolo che funziona benissimo sulla terraferma ma in mare, con il continuo movimento della nave, è un disastro.

Il campione dei metodi astronomici era Navil Maskeline, l’Astronomer Royal capo dell’osservatorio di Greenwich e presidente del Board of Longitude.

Dall’altra parte c’era John Harrison, un artigiano che si era messo in testa di costruire un orologio che funzionasse anche in mare. Il compito occupò tutta la sua vita e si sviluppò in diverse generazioni di orologi di dimensioni sempre minori ed accuratezza sempre maggiore. Nel 1735, il primo prodotto (noto come H1) pesava 40 kg ed occupava una cassa da 1 metro cubo. I risultati furono subito molto promettenti, e Harrison ottenne un premio da 500 sterline che gli permisero di continuare con l’H2, l’H3 fino ad arrivare allo H4, dalle dimensioni di un orologio da taschino. Nel 1759, l’H4 raggiunse la precisione di 5” dopo un viaggio di 81 giorni. Guardando le regole del Longitude Act, Harrison avrebbe avuto diritto al premio ma, purtroppo per lui, la persona richiesta di certificare il risultato era Navil Maskelyne, che non esitò a davanti a nulla pur di mantenere il primato astronomico. Harrison aspettò fino al 1772 per ottenere il premio di 10.000, per intervento diretto del re. La storia della disputa tra i due è narrata molto bene da Dava Sobel nel libro “Longitudine” che consiglio a tutti.

Il nuovo Longitude Prize metterà in palio 10 Milioni di sterline, ma sarà il pubblico del programma scientifico Horizon della BBC a scegliere il tema del premio votando, a partire dal 22 maggio, uno di sei argomenti di grande interesse sociale selezionati da un gruppo di oltre 100 scienziati. Parliamo di: cura della demenza senile, accesso all’acqua potabile, cura delle paralisi, resistenza agli antibiotici, cibo e nutrizione, volo. I temi sono sono tutti grande sfide, di tipo sociale, medico e tecnologico, che l’umanità, nel suo insieme, si troverà ad affrontare. Assicurare cibo ed acqua potabile ad una popolazione crescente in un mondo che vede il clima cambiare sono problemi sotto gli occhi di tutti. Contrastare l’insorgenza della resistenza agli antibiotici, che rischia di rendere inefficaci medicinali che hanno contribuito ad allungare la nostra vita di circa 20 anni, è un altro dei temi sul tavolo. Ma egualmente importante sarebbe ridare mobilità alle persone paralizzate a seguito di incidenti o malattie, oppure trovare modi intelligenti di migliorare la qualità della vita degli anziani colpiti da demenza senile (una vera, tristissima epidemia del nostro tempo, della quale si parla troppo poco). Nel capitolo volo ci si chiede come sia possibile volare senza danneggiare l’ambiente: qui si possono studiare combustibili meno inquinanti oppure nuove materiali oppure nuove tecnologie per ridurre le emissioni mantenendo le prestazioni degli aerei attuali.

Il sito fornisce (in inglese) la descrizione dei vari temi, cliccando su quello che ci piace di più veniamo trasferiti al sito del programma Horizon della BBC dove, previa registrazione con iD BBC, si può votare il tema preferito.

Il risultato del voto del pubblico sarà annunciato il 25 giugno e un gruppo di esperti detterà le regole, adattandole all’argomento selezionato. Dal momento che il premio di articolerà su un arco temporale di 5 anni, è anche possibile che vengano proposti degli scaglionamenti, in funzione dei risultati raggiunti.

Chi sarà il Presidente della giuria del Longitude Prize? Un premio nato nel segno della grande tradizione inglese, pur aggiornata con una metodologia attuale, non può non rispettare la tradizione: sarà l’Astronomer Royal a guidare il comitato che assegnerà il premio.

La prestigiosa posizione è occupata da Martin Rees, un grandissimo astrofisico, diventato, prima Sir, e poi Lord per meriti scientifici, che è un entusiasta sostenitore del premio. Settantenne d’assalto, è convinto che ci sia bisogno di dedicare più attenzione all’innovazione, che può trarre vantaggio dalle idee di tutti. A differenza degli scettici, crede che siano soldi bene investiti perché stimoleranno la creatività (specialmente tra i più giovani) e, a conti fatti, genereranno un circolo virtuoso di investimenti molto superiori al valore del premio.

Evviva il nuovo premio, vecchio di 300 anni.

Roma, 28 maggio 2014PATRIZIA CARAVEO

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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