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Tra big data e stampanti 3D, in Basilicata continuiamo a innovare

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Go On Basilicata: esattamente un anno fa abbiamo dato il nome ad una rivoluzione silenziosa (e neanche tanto).

Un anno fa, esattamente un anno fa, il 24 novembre 2014, un terremoto di innovazione si abbatteva sulla Basilicata. Go on Basilicata è stato un vero è proprio atto rivoluzionario, un golpe multicolore in cui un manipolo di innovatori, creativi, appassionati, mamme, docenti, alunni, nonni si sono impadroniti di una giornata trasformandola in un enorme laboratorio.

Ma partiamo dall’inizio. Erano le 6 e 40 del mattino e il primo incontro, una colazione in un bar di un quartiere popolare di Potenza, Basilicata, aveva fatto da apripista. Le parole di Riccardo Luna e del team di coordinamento del progetto presentavano al mondo (si, abbiamo lanciato un hashtag e coinvolto la rete mondiale degli innovatori) i 148 eventi in programma.Alla fine della giornata sarebbero stati molti di più, accompagnati dall’apertura di 216 dataset (la più grande operazione opendata mai realizzata in italia fino a quel momento), 15.000 connessioni registrate e oltre 25.000 partecipanti.

Go On Basilicata

Go On Basilicata è stato un momento di trasferimento di competenze, è stata l’opportunità per far conoscere le stampanti 3d agli artigiani, per raccontare la web literacy agli studenti delle scuola superiori, far giocare i bambini delle scuola elementari con internet, insegnare ai pensionati come pagare le bollette online o scrivere un documento in word, parlare di dati aperti, dell’importanza dei big data, del nuovo profilo sociale del marketing, di come un sensore piezoelettrico possa salvare la vita di un paziente e tanto tanto altro ancora.

Ma Go On Basilicata è stato soprattutto un momento di presa di coscienza, collocato in una data storica per la Basilicata: subito dopo la nomina a capitale europea della cultura per Matera, subito dopo la creazione dell’associazione Digital Champion Italia, a 34 anni dal terremoto dell’Irpinia che mise in ginocchio il sud e che è stato riletto a partire dalla ricostruzione e dale rinascimento culturale che dà lustro al nostro fare quotidiano

E da quel sud che siamo ripartiti, decisi a dare una scossa di cultura e creatività intorno a cui costruire il futuro.

Dal 24 novembre 2014 abbiamo in qualche modo dato un nome e una nuova vita ad un fermento culturale che stava covando sotto la cenere. Abbiamo connesso produttivamente esperienze e saper fare e un anno dopo siamo in pieno vigore, con tanta energia in più, senza aver arretrato nemmeno di un passo. L’Europa, l’Italia hanno bisogno di marcare la via di un nuovo sviluppo responsabile e sostenibile, in grado di tenere insieme competitività, innovazione sociale, qualità della vita, in una visione di sviluppo a lungo termine condivisa.

Go On Basilicata ha fatto proprio questo, ha connesso visione, intelligenze e sapere fare, pubblico e privato, ragazzi e anziani, dando un nome ad un nuovo modo di pensare e di agire, di produrre e di organizzare il tempo e lo spazio, un nuovo modo di educare e formare le persone e generare generare nuovo valore da nuovi valori.L’innovazione è guardare gli elementi a disposizione e combinarli in modo da generare valore aggiunto per tutti.

Una leva speciale da utilizzare in modo appropriato, con lucidità, coerenza e determinazione.

Per questo oggi ho voluto ricordare il 24 novembre 2014, perché da quella data sono nati tanti germogli, abbiamo portato i coder dojo nelle scuole (Leggi anche questo: “La nostra Basilicata 100% digitale, dove tutti fanno CoderDojo“), abbiamo messo insieme le energie per salvare un museo dalla chiusura, abbiamo raccontato la storia dell’acqua e dell’innovazione per tutelare e valorizzare questa grande risorsa, abbiamo partecipato alla comunicazione della più grande rete mondiale di comunità resilienti al mondo, abbiamo avviato dei laboratori urbani sull’innovazione sociale, stiamo portando Internet nella aree rurali, raccontando anche le possibilità che possono nascere da questo straordinario processo di diffusione della conoscenza, stiamo lavorando sul concetto di cittadinanza temporanea per rileggere e riscrivere anche le politiche di promozione territoriale stiamo continuando a dormire poco e mettere in fila idee, concetti e intuizioni perché siamo convinti che sempre più e sempre meglio sia l’intelligenza collettiva la vera rivoluzione che sta cambiando il mondo e a cui ognuno può partecipare senza limiti.

MICHELE CIGNARALE

Matera,1 Dicembre 2015

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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