Il giorno dopo le elezioni presidenziali il diffusissimo quotidiano USA Today accompagnava la notizia della vittoria di Trump con la domanda “come è possibile che i sondaggi e le previsioni elettorali siano state così sbagliate?”. In verità molti altri giornali e commentatori politici sono stati più diretti e si sono lanciati in una campagna di denigrazione di sondaggi e sondaggisti che, dopo la batosta del Brexit, suona come un funerale per il mondo dei sondaggi e delle predizioni politiche. Ma insomma, cosa è andato veramente storto? Come mai sondaggi e predizioni politiche sembrano non funzionare più? Sembra strano dirlo dopo un evento di tale portata, ma in realtà il problema non è nei sondaggi.
I MODELLI SONO LA SFERA DI CRISTALLO PER VEDERE IL FUTURO
I sondaggi per definizione non sono che una misurazione, e come tutte le misurazioni hanno un intervallo di confidenza.
Nel caso dei sondaggi questo intervallo di confidenza, per il livello di campionamento che può essere ragionevolmente eseguito, è sempre tra i 2 e 5 punti percentuali. Alcuni cercano di ovviare a questo problema facendo le medie dei sondaggi, i cosiddetti super-ensemble, ma bisogna stare attenti perché date le differenze metodologiche non è detto che la cura sia sempre meglio della malattia. Insomma quando si leggono i sondaggi dovremmo sempre tenere presente che differenze fino a 3-4 punti percentuali sono molto spesso non significative. Il punto fondamentale però è che i sondaggi non sono una predizione, sono una fotografia. Per fare le previsioni servono dei modelli, che, assumendo il dato, siano capaci di proiettare nel tempo e nello spazio l’evoluzione del sistema.
I modelli sono la vera sfera di cristallo per vedere il futuro. Quello che è andato storto negli USA è proprio questa ultima parte. Dal New York Times che prediceva un 85% di vittoria per Clinton a Huffington Post che era così tracotante da darle il 98%. Il più cauto, Nate Silver, dava un 30% a Trump, quindi portandolo nel dominio delle possibilità reali. E per questo era stato duramente criticato negli ultimi giorni della campagna come un “venditore di paura”.
IL SISTEMA EVOLVE SU PRINCIPI DEFINITI
Ma perché i modelli hanno sbagliato? Quando si pensa ai modelli previsionali si pensa subito alle previsioni meteo che, anche se con le dovute incertezze, sembriamo eseguire sempre meglio. Queste previsioni sono basate su modelli dell’atmosfera e degli oceani che oltre ad integrare una grossa mole di dati, hanno un nucleo duro di equazioni che descrivono l’evoluzione del sistema su principi fisici ben definiti.
Questo non vuol dire che i risultati delle previsioni meteorologiche siano deterministici, si parla sempre di probabilità. Però possiamo definire degli intervalli di confidenza e delle finestre temporali al di fuori delle quali le previsioni non saranno più attendibili per via di quei meccanismi dovuti alla caoticità del sistema dinamico ed altri errori di approssimazione. Questo stesso schema matematico basato su principi primi si usa anche per i modelli biologici, la diffusione delle epidemie ed altri fenomeni con tutte le dovute peculiarità di ogni sistema.
ELEMENTI RIPETUTI E TREND CARATTERISTICI
Purtroppo, nel caso dei sistemi elettorali, siamo ancora alla preistoria della teoria delle predizioni, ovvero i modelli predizionali sono di natura statistica. Questo vuol dire che questi modelli non sono basati su principi primi, ma su trattamenti matematici che vanno a cercare delle similarità e delle ripetizioni statistiche dalle quali possiamo inferire possibili comportamenti futuri. Ad esempio, siamo tutti in grado di fare una previsione statistica semplicissima. Possiamo inferire che in agosto con grandissima probabilità le temperature saranno tra i 20 e i trenta gradi. Questa predizione in fondo non è banale, ed è precisa. E’ basata sulla analisi statistica delle temperature che tutti noi osserviamo nel ciclo delle stagioni. Basta osservarne alcune per sapere che l’andamento delle temperature tende a ripetersi. Per fare questa predizione non devo sapere nulla dei principi fondamentali che regolano le stagioni, il sistema meteorologico ed altro. Ovviamente i modelli statistici sono diventati molto sofisticati, lavorano correlando dati e guardando allo storico in modo molto raffinato. Possono funzionare estremamente bene quando riusciamo ad individuare gli elementi ripetuti e i trend caratteristici del sistema.
L’ANOMALIA TRUMP
Nel caso delle elezioni presidenziali americane la maggior parte dei modelli era basato sulla conoscenza delle ripetizioni statistiche, dei trends e del sezionamento demografico, del sistema bipolare Democratico-Repubblicano di una dozzina di elezioni passate.
Ma Trump in realtà è anomalo rispetto al sistema di valori Repubblicano e ha indotto una dinamica del sistema in cui i modelli statistici hanno inferito comportamenti e dinamiche che in realtà non erano appropriate
E’ come se domani l’asse della Terra si spostasse di 45 gradi. Tutte le nostre predizioni statistiche sulla temperature sarebbero sballate.
LA WATERLOO DELLE PREDIZIONI
Purtroppo i predittori hanno ingerito tutti i sondaggi in modelli obsoleti che non hanno volute criticare a fondo. Dei quali non hanno saputo vedere le incertezze e l’incapacità di catturare alcuni elementi del sistema. Nate Silver che infatti ha ottenuto i risultati in fondo migliori era stato criticato proprio perché ha cercato di aggiustare i dati dei sondaggi in modo non proprio ortodosso ma basandosi sulle intuizioni dei trend che sfuggivano alla analisi classica. Questo eccesso di confidenza per la ripetibilità statistica del sistema americano ha generato la Waterloo delle predizioni.
Il nocciolo del problema non sono i sondaggi ma una comprensione della dinamica microscopica del consenso elettorale. In altre parole la domanda centrale riguarda la possibilità di costruire una fisica dei sistemi sociali. E c’e’ chi dice che forse questa non saà mai comprensibile in termini matematici. Ma in molti ci stanno provando, soprattutto lavorando con la scienza dei dati e la teoria dei sistemi complessi. Attenzione quindi a cantare il requiem di sondaggi e predittori, ci potrebbero presto essere delle sorprese. E forse sono dietro l’angolo.