Tutto quello che c’è da sapere su come la salute va in fumo

scienze

Sei milioni. E’ il numero di persone nel mondo che ogni anno muoiono a causa del fumo, 1.6 milioni di persone muoiono per cause legate all’AIDS, 1.3 milioni in incidenti stradali, 437.000 per omicidi, una media di 1.600 per atti terroristici. Ogni anno il fumo causa da solo più morti di HIV, utilizzo illegale di droghe, abuso di alcol, incidenti e armi da fuoco   insieme.

Un adulto su cinque oggi fuma. Ogni dieci decessi in età adulta, da uno a due sono direttamente collegabili al fumo di tabacco. Un fumatore perde in media dieci anni di vita.

Proiezione sui morti a causa del fumo. Fonte: The Tobacco Atlas

La mortalità annuale a causa del cancro nei fumatori è circa tre volte maggiore rispetto ai non fumatori: il fumo uccide metà dei suoi utenti, e non solo.

Circa 600.000 persone, di cui un terzo sono bambini, muoiono a causa del fumo passivo.

Più di metà della popolazione dai 3 ai 18 anni è esposta al fumo passivo. Ancora più preoccupanti sono le proiezioni: se non cambiamo le cose, entro la fine del Ventunesimo secolo saranno morte un miliardo di persone. Il fumo è una delle più grandi minacce alla salute pubblica che l’umanità abbia mai affrontato. Se ne parla troppo poco.

I numeri sono terrificanti, ma non dovrebbero sorprendere. Nel tabacco e nel suo fumo si trovano centinaia di composti tossici, di cui almeno 70 sono cancerogeni

Ma non solo. Alcuni di questi si possono trovare nel veleno per formiche (l’arsenico), nel palm (il benzene), negli scarichi delle automobili (il monossido di carbonio), negli insetticidi (il DDT), nelle armi nucleari (Polonio 210).

Il fumo è l’unico fattore di rischio condiviso dalle quattro maggiori classi di malattie non trasmissibili: malattie cardiovascolari, diabete, cancro e malattie respiratorie croniche.

Fumo e cancro

Quella tra fumo e cancro è forse la relazione più conosciuta. I composti cancerogeni inalati con il fumo possono agire direttamente sul DNA all’interno delle cellule, stimolando i processi che le portano a moltiplicarsi più rapidamente e senza controllo, verso un destino tumorale. Altri composti tossici nel fumo possono compromettere i sistemi di controllo che il nostro corpo attiva in questi casi.

Fumare è associato con maggiore probabilità di cancro a: laringe, esofago, cavità orale e faringe, vescica, pancreas, reni, fegato, stomaco, intestino, cervice, ovaie e leucemia. Ma soprattutto il fumo è il più grande fattore di rischio per il cancro ai polmoni — il tipo di cancro che uccide più pazienti nel mondo.

Se 1 su 4 morti dei morti di cancro deriva da pazienti affetti da cancro ai polmoni, 9 casi su 10 casi di cancro ai polmoni sono causati dal fumo. Il rischio di contrarre cancro ai polmoni è 25 volte superiore nei fumatori rispetto ai non fumatori. Ogni anno muoiono più donne a causa del cancro ai polmoni che per il cancro al seno.

E’ ora dimostrato che il fumo può contribuire anche al cancro al colon, il secondo tipo di cancro per numero di vittime; troviamo nuovi studi su una possibile relazione tra fumo e cancro al seno e alla prostata. Non solo: fumare diminuisce l’efficacia delle terapie contro il cancro.

Fumo e malattie respiratorie

Se il cancro è una conseguenza a lungo termine del fumo, i danni alle vie respiratorie sono immediati. Quando fumate, i tessuti dei vostri polmoni non hanno il tempo necessario per rigenerarsi.

La broncopneumopatia cronica ostruttiva, una condizione polmonare che include enfisema e bronchite cronica, è quasi inevitabile nei fumatori incalliti. I polmoni perdono elasticità. I sintomi più comuni sono la mancanza di fiato, tosse, affaticamento. La condizione può peggiorare sino a far diventare una sfida anche il semplice camminare. Otto casi di broncopneumopatia cronica ostruttiva su dieci sono causati dal fumo. Al momento non esiste cura.

Fumo e malattie cardiovascolari

Il fumo danneggia le cellule dei vasi sanguigni, che diventano più stretti: causa la formazione di placche adipose che li restringono, diminuendo il flusso sanguigno. Quando succede il sangue non è più in grado di trasportare l’ossigeno in maniera efficiente. Inoltre, se le placche si rompono, si forma un trombo che può occludere completamente il vaso. Può portare a malattie coronariche (vengono ostruiti i vasi attorno al cuore) e successivo infarto e occlusioni periferiche, che in condizioni estreme causa gangrena. Altre conseguenze comuni sono l’ipertensione (alta pressione sanguigna), ictus e dolori al petto. Per i fumatori regolari il rischio di infarti e malattie cardiovascolari aumenta da 2 a 4 volte, ma anche chi fuma meno di 5 sigarette al giorno o chi è esposto a fumo passivo, mostra segni dei primi stadi di compromissione cardiovascolare.

Se i danni sono presto visibili, anche smettere di fumare mostra rapidamente i suoi effetti sulla salute del cuore: già dopo un anno i miglioramenti sono consistenti. Se smettete di fumare, dopo 5 anni il rischio di infarto e di ictus raggiungerà valori compatibili con quello dei vostri amici non fumatori.

Fumo e gravidanza

Gli studi indicano che il fumo può compromettere la produzione ormonale nella donna, rendendo più difficile il concepimento. Anche durante la gravidanza, fumare o essere esposti a fumo passivo è pericoloso per la salute, della madre e del feto. Il fumo può portare gravidanze ectopiche, aborto spontaneo, parto prematuro, peso ridotto alla nascita, malformazioni facciali e danni ai tessuti polmonari e nervosi del neonato. La sindrome della morte improvvisa del lattante, a cui la scienza non ha ancora dato una spiegazione, sembra essere connessa con il fumo.

Nell’uomo, il fumo è una causa proposta per le disfunzioni erettili —vengono compromessi i vasi sanguigni necessari all’erezione. Inoltre, il fumo danneggia il DNA degli spermatozoi, diminuendone la fertilità.

La lista continua. Il fumo aumenta il rischio di contrarre la tubercolosi e di morirne, può compromettere le ossa, la salute di denti e gengive, causare la formazione di cataratte, degenerazione maculare nell’occhio e artrite reumatoide; danneggia il sistema immunitario e le capacità del corpo di difendersi, soprattutto da infezioni polmonari; è anche una causa del diabete mellito di tipo 2: la probabilità di contrarlo è dal 30% al 40% più alta nei fumatori e se ciò accade hanno maggiore probabilità di incorrere in insufficienza renale rispetto ai non fumatori. In media, i fumatori hanno una salute peggiore dei non fumatori, vanno più spesso dal medico e sono ricoverati più spesso in ospedale.

Generazione di nicotinomani

La grande arma delle case del tabacco è il lento e graduale manifestarsi dei sintomi del fumo — talmente impercettibile che spesso non ce ne si accorge. Nel frattempo, giorno dopo giorno, la nicotina addestra un esercito di consumatori fedeli. Di fronte all’evidenza  — di fronte ai numeri —  molti fumatori decidono di continuare. La loro è una scelta consapevole. Ma troppo spesso non lo è. I fumatori, che lo vogliano o no, sviluppano dipendenza dalla nicotina in maniera del tutto simile alla dipendenza da eroina e cocaina.

Quando il fumo viene inalato, la nicotina raggiunge velocemente il cervello dove aumenta l’intensità e la durata dell’effetto stimolante e rilassante della dopamina

I fumatori con il tempo si abituano alle maggiori quantità di dopamina. Il corpo e la mente si aspettano quella dopamina in più. In assenza di nicotina, i sintomi dell’astinenza raggiungono il picco tra le 48 e le 72 ore. Dopo circa 3 settimane, la disintossicazione è completata.

Ma le case del tabacco hanno un problema. O meglio, è il loro prodotto ad averlo. Crea sì dipendenza, garantisce anche un enorme profitto. Ma i morti non fumano. Con il tempo le priva dalla loro base di utenti: si stima che l’industria delle sigarette abbia guadagnato solo $6000 per ogni persona uccisa dal tabacco. Per ogni persona che uccidono, hanno bisogno di trovare un sostituto. Oggi, per ognuna di queste, due nuovi giovani fumatori entrano sul mercato.

Hanno introdotto sul mercato sigarette contenenti nuovi composti che aumentano l’efficienza dell’assorbimento della nicotina. Sigarette contenenti mentolo, per rendere più gradevole il fumo quando attraversa la gola, soprattutto per i giovani. Ma non solo. Per cercare di non perdere i propri clienti, stanno introducendo nuovi metodi per distribuire la nicotina che non includono la combustione del tabacco. Andiamo dalle sigarette non combustibili, alle pastiglie di tabacco, all’acqua alla nicotina, fino alle sigarette elettroniche che ora vanno di moda. Se da un lato possono portare a livelli di dipendenza dalla nicotina ancora più alti, dall’altro aiutano a ridurre i danni del fumo — e a ridurre le perdite di consumatori.

Miliardi di sigarette fumati nel mondo. Fonte: The Tobacco Atlas

Ad ogni modo, soprattutto grazie ai paesi in via di sviluppo, alle case del tabacco non mancano le possibilità di allargare il loro bacino d’utenza.

E’ ora di svegliarsi!

Tralasciando per un momento gli enormi danni causati dal fumo passivo di cui abbiamo già parlato, il fumo non è per niente una questione personale, come qualcuno sostiene. Per un semplice motivo. Il costo per la società derivante dai fumatori supera di gran lunga i proventi dalla vendita dei prodotti a base di tabacco o tobacco-free. In un paese come il nostro, sono i contribuenti a pagarlo. Visti i numeri di cui sopra, non è difficile rendersi conto come una parte significativa del macchinario del servizio sanitario nazionale si occupi di pazienti la cui salute sia stata compromessa dal fumo. Nel 2005 il 6.7% della spesa sanitaria nazionale è stata dedicata alle cure di pazienti con patologie derivanti dal tabagismo — circa 6 miliardi di euro. Senza contare i costi indiretti e non quantificabili del fumo.

La maggior parte dei fumatori comincia a fumare durante l’adolescenza. 3 su 4 diventeranno fumatori regolari da adulti. Almeno 1 di questi 3 morirà a causa del fumo. Riflettiamoci sopra. Quello che preoccupa è che oggi sia considerato normale che un adolescente fumi, quasi atteso. Basta uscire la sera per rendersene conto. La nostra società –  la nostra cultura  – deve cambiare. C’è bisogno di informazione, informazione, informazione.

Serve aumentare le tasse sul fumo fino a farlo diventare troppo costoso, serve fermare le campagne pubblicitarie — anche subliminali — dell’industria del fumo, serve offrire aiuto a chi vuole smettere

E smettere dovrebbe essere piuttosto allettante, ma meno di 3 persone su 10 ci riescono. Smettere prima dei 40 riduce il rischio di morire di una malattia associata al fumo del 90%. Abbiamo già parlato dei benefici per il cuore. Dopo 5 anni, il rischio di cancro nella cavità orale, gola, esofago e vescica si riduce della metà rispetto ai valori dei fumatori. Servono però 10 anni senza fumo per avere lo stesso effetto per il cancro ai polmoni. Ci sono altri benefici, forse meno eclatanti ma più tangibili per gli utenti. Sparisce il costante gusto di fumo in bocca, che potrebbe far piacere a chi vi bacia regolarmente; gusto ed olfatto tornano alla sensibilità originale; la pelle diventa più sana, diminuiscono le rughe.

Per completezza, riporto che alcuni studi che mostrano le proprietà protettive del fumo verso alcune malattie neurodegenerative come il morbo (di) Parkinson e l’Alzheimer, la rettocolite ulcerosa e la pre-eclampsia. Tali studi ancora non riescono a spiegare le ragioni di questo effetto protettivo, se non con ipotesi. Soprattutto nel caso del morbo di Alzheimer, i dati non sono poi così soddisfacenti. Vengono invece proposti possibili errori sistematici sulla valutazione della sopravvivenza nel caso del morbo Parkinson. In ogni caso, valutando il rapporto tra innegabili e devastanti rischi e possibili e ipotetici benefici, non sembrano ragioni sufficienti a giustificare il fumo.

L’attuale Ministro Lorenzin, in occasione del decennale dalla legge Sirchia, ha fatto sapere che il Ministero della Salute intenderà vietare il fumo in automobili con bimbi a bordo e di limitare la presenza delle sigarette nei film e serie tv. Dal 15 gennaio le accise sono aumentate da 10 a 20 centesimi a pacchetto. Il Codacons plaude, ma rilancia: «il prossimo passo delle istituzioni [deve essere] vietare le sigarette nelle automobili, per proteggere i passeggeri, specie i minori, dai pericoli del fumo passivo, e garantire la sicurezza stradale». Si stima che il 15% degli incidenti risalgano al fumo durante la guida. Fa anche notare che «nel nostro paese si è registrato un pericoloso stop nella lotta al tabagismo». E’ ora di svegliarsi.

JASON FONTANA

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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