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Twitter, la tv e i voti reali: analisi delle social primarie

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Questo articolo non è un resoconto, vuole essere un viaggio.

Per capire come sono state vissute online le primarie record (oltre 3 milioni di votanti) del PD, per ripercorrere il percorso che ha condotto ai risultati registrati e soprattutto – tema a noi molto caro – per verificare se vi sia una correlazione tra il buzz generato online e le preferenze di voto dell’elettorato.

Un mese fa, mossi dagli stessi interrogativi, abbiamo voluto capire che rapporto vi fosse tra i risultati delle elezioni regionali siciliane, le conversazioni emerse su Twitter intorno all’evento e gli effettivi risultati delle urne.Per questo, dopo lo studio condotta su #EleSicilia abbiamo voluto analizzare anche le primarie del PD.

Il percorso verso le Primarie

Abbiamo scelto di limitare la nostra analisi al periodo compreso tra l’11 ed il 26 novembre (ultima rilevazione alle 7 di questa mattina).

In questi 15 giorni abbiamo raccolto 305.725 tweets, generati da 54.233 autori unici.

Questo l’andamento dei volumi di tweets nel periodo considerato:

Come emerge dal trend, il dibattito tra i candidati ospitato su Sky il 12 novembre, il raduno di Renzi alla Leopolda il 17 ed il giorno delle votazioni rappresentano i picchi massimi di tweets.

Come è ovvio, dal 14 in poi la curva – sebbene con qualche oscillazione – tende ad essere crescente rispetto ai valori registrati prima del dibattito.

A proposito del confronto televisivo, durante la serata dell’evento –a partire già da qualche ora prima del dibattito – si sono registrati diversi picchi, riconducibili principalmente alle domande poste ai candidati (qui trovate tutte le relative clip) e dunque alla reazioni da queste generate su Twitter:

Il secondo grande picco rilevato tra l’11 e il 26 novembre corrisponde – come immaginabile – al 25 novembre, giorno delle votazioni.

I volumi registrati nell’arco dell’intera giornata sono stati piuttosto significativi, ma è soprattutto dopo le 22 – in concomitanza con le dichiarazioni di Bersani e Renzi – che si registra un notevole aumento delle conversazioni:

Peraltro si noti che nella notte tra il 25 e il 26, più precisamente alle 2:25 – quando cioè sono stati aggiornati e diffusi i risultati dello spoglio sul sito Primarie Italia Bene Comune – si è evidenziato un lieve aumento delle conversazioni che interrompe il normale trend notturno visibile sopra.

E’ chiaro allora che le conversazioni su Twitter sono state fortemente trainate dagli “eventi televisivi”: infatti, i picchi dei tweets corrispondono come visto al dibattito e alle dichiarazioni rilasciate dopo il voto.

I trend e i volumi appena visti confermano dunque una partecipazione notevole degli utenti online alle conversazioni intorno all’evento, come testimoniato anche dal notevole numero di hashtag usati, oltre 15.000 (inclusi eventuali errori di digitazione da parte degli utenti).

Al di là della presenza degli account ufficiali – sia dei candidati che delle campagne a supporto – è interessante notare come spesso i loro nomi vengano usati come hashtag, rientrando anche nella top 10 degli hashtag più utilizzati:

Il 50% degli hahstag è infatti riconducibile ai candidati o alle loro campagne, spesso supportate da hashtag ufficiali (#adesso, #pb2013), che prevalgono dunque sugli altri. Non rientra però nella top 10 l’hashtag ufficiale della campagna di Vendola #oppureVendola (usato solo in meno di 3.000 tweets).

Interessante il caso di Renzi, che durante la propria campagna ha lanciato vari hashtag – non ultimo #15minuti presente in circa 10.000 tweets – accanto al primo ed ufficiale #adesso.

Due hashtag della top 10, inoltre, fanno riferimento al dibattito televisivo del 12 novembre ed in effetti – insieme agli hashtag citati sopra – costituiscono dei nodi rilevanti all’interno del gruppo di conversazioni analizzato, come visibile in questa rete:

In generale, è interessante notare come l’abbondanza di hashtag generi a volte confusione (senza arrivare agli estremi visti per l’Internet Festival di Pisa vs. Internazionale Festival di Ferrara ) tra gli utenti, ma si trasformi anche in un’ulteriore occasione per mostrare come, al di là delle scelte ufficiali operate, gli utenti tendano comunque ad operare scelte autonome e ad adottarle.

E’ quanto accaduto per il dibattito televisivo ospitato su Sky: mentre l’hashtag (il lunghissimo hashtag) ufficiale scelto – #ilconfrontoskytg24 – è stato usato tra il 12 ed il 13 novembre in più di 33.000 tweets, il più popolare #csxfactor (gioco di parole tra centrosinistra ed Xfactor, nei cui studi era ospitato il confronto) ricorre, negli stessi giorni, in quasi 70.000 tweets, rientrando pure tra i trending topic mondiali e persistendo tra quelli italiani anche nella giornata successiva al dibattito stesso.

Segno di quella vivacità che caratterizza conversazioni ed interazioni su Twitter indipendentemente da hashtag ed indicazioni ufficiali.

Conversazioni, interesse online e risultati: c’è correlazione?

E’ evidente dunque che nel percorso che ha condotto alle votazioni e ai suoi risultati è stato generato un notevole numero di conversazioni su Twitter, ma si è registrato anche un più generale interesse per l’evento, così come emerge dall’analisi dei Google Trends – cioè dal volume di ricerche effettuate online dagli utenti per determinate parole chiave – e dai consueti sondaggi di opinione.

Esiste però una correlazione tra queste fonti?

Se riduciamo la comparazione ai voti effettivi e la compariamo al numero di mentions, retweets e replies ricevuti da ciascun candidato su Twitter, otteniamo i seguenti risultati:

Si noti che per Tabacci – che non ha un profilo personale – abbiamo tenuto conto, a fini comparativi, dell’account @TabacciPrimarie, sebbene questo rappresenti il “profilo ufficiale della campagna a sostegno di Bruno Tabacci

Questo l’andamento dello share di mentions, retweets e replies per ciascun candidato:

Come visibile, Renzi – pur non avendo ottenuto il maggior numero di voti – è stato senza dubbio il più menzionato, ma anche il più retwittato e quello che ha ricevuto maggiori replies ai tweets pubblicati.

Nelle ultime due settimane, inoltre, Renzi è stato quasi sempre in vantaggio rispetto a Bersani. Alle 7 di questa mattina, tuttavia, Bersani sembra in recupero rispetto al sindaco di Firenze, tendenza che – se analoga a quanto osservato in occasione delle elezioni siciliane – dovrebbe continuare a crescere nei prossimi giorni.

Questo invece il trend emergente da Google per la ricerca – negli ultimi 30 giorni – dei nomi dei primi tre candidati normalizzato rispetto alle variazioni di interesse nella categoria “politica”:

Non c’è correlazione neanche tra mention su Twitter e medie risultanti dai sondaggi (disponibili qui), come visibile nel seguente grafico:

A questo punto, ci è sembrato interessante tenere conto anche di un altro fattore: la social variety, ossia la frazione di persone che menzionano un candidato rispetto al totale dei tweets destinati al candidato stesso.Questa di norma tende a scendere al crescere del numero di retweets, replies e mention al candidato.

Qui ad esempio è possibile vedere come si distribuisce il numero medio di autori diversi per tweet (con mention, retweet o reply al candidato); la grandezza delle bolle rappresenta il numero di autori unici:

Rispetto al trend di cui dicevamo sopra, è evidente che Vendola e Renzi tendono tutto sommato a mantenersi su valori abbastanza alti.

I differenti trend – Twitter, Google e media dei sondaggi – appena visti mostrano diverse misure del livello di interesse nel tempo nei confronti dei vari candidati.

Perché lo share misurato da Twitter non riflette i sondaggi e i risultati elettorali?

Secondo noi almeno per due motivi: i dati sociodemografici dei Twitter users – che non rappresentano l’intera popolazione italiana – nonchè il fatto che i candidati possono scegliere di condurre campagne più o meno attive sulla piattaforma di microblogging.

Torna allora la domanda che ci eravamo posti all’inizio di questo nostro articolo: c’è correlazione tra il tasso di attività dei candidati (ed il relativo engagement generato), l’interesse emergente dai volumi di ricerca su Google, i sondaggi e i risultati elettorali?No, ma ciò non significa che sia inutile esservi presenti e monitorare le conversazioni riguardanti ogni candidato. Anzi.

I social (e il monitoring) come opportunità

Molti dei dati e delle osservazioni emerse durante il monitoraggio e l’analisi dei dati raccolti da fonti Web e Social su Obama , hanno fornito al suo team indicazioni rilevanti su orientamenti, interessi e tendenze che possono essere (e in alcuni casi si sono) trasformate in azioni concrete, che hanno influito su scelte e attività all’interno della campagna presidenziale.

In altre parole, la misurazione delle conversazioni da parte dei politici e di chi cura le loro campagne non dovrebbe essere fine a se stessa né va letta come una conversione ovvia e necessaria in risultati elettorali.

Sarebbe ingenuo e riduttivo rispetto alle potenzialità offerte dai dati stessi.

Allora, perché essere presenti e attivi su Twitter – o più in generale sui social – potrebbe essere rilevante per un politico?

Da utenti della Rete potremmo rispondere che si tratta di un’opportunità: di dialogo, di confronto, di visibilità. Da analisti, crediamo che sia più rilevante identificare tendenze, bisogni emergenti e pattern comportamentali che diano indicazioni convertibili non (solo) in voti ma in azioni concrete.

Le primarie di ieri hanno comunque rappresentato solo un primo round: la battaglia finale si giocherà ai ballottaggi di domenica prossima.

Quella per l’attenzione al monitoraggio e all’analisi dei dati in politica (ma non solo), invece, è appena agli inizi.

Emanuela Zaccone e Massimiliano Spaziani

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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