“Ogni strumento è come un germoglio”: è lo slogan che presenta l’edizione 2013 di MiTo, il festival musicale che si svolge appunto tra Milano e Torino. La frase è di Igor Stravinskij, che probabilmente nessuno associa all’impegno per un ambiente migliore, se non per il livello della sua musica. Invece quest’anno succederà proprio questo, che il compositore russo-franco-statunitense diventerà un ambasciatore della green economy.
Il 5 settembre, e poi di nuovo il 12 e il 19, i concerti in programma alle 13 in piazza San Fedele saranno speciali: la musica sarà letteralmente accesa dalla forza motrice delle biciclette che saranno azionate dal pubblico. Per i più sportivi, dice invitante il programma, le biciclette saranno sempre a disposizione per produrre energie.
Finora c’era stato l’esempio dei Tetes des Bois, i primi a proporre un palco a pedali, ovvero a utilizzare energia pulita per i loro concerti.
Ma i Tetes des Bois sono facilmente associabili, senza offesa, alla green economy. Diverso è il caso di Stravinskij: una vera e propria rivoluzione. Invece che idea geniale da circoli alternativi, quella di produrre energia con le biciclette diventa mainstream.
E si capisce la portata rivoluzionaria dei concerti di piazza San Fedele: renderanno evidente a tutti una verità che finora valeva per pochi. Era valsa, ad esempio, per quei bolognesi che qualche anno fa pedalando sotto l’albero di Natale in piazza Maggiore lo illuminavano, e se nessuno saliva in bicicletta l’albero restava spento.
Potrà valere in un futuro non lontano per un Jovanotti, mainstream come Stravinskij e pure originale come i Tetes des Bois, che aprirà i suoi concerti gratuitamente per chi salirà in bicicletta.
E in futuro pure non lontano ci succederà di pagare l’abbonamento in palestra tanto più caro quanto meno la frequenteremo perché i gestori si attrezzeranno per recuperare l’energia prodotta dai nostri sforzi correndo sul tapis roulant o sudando al vogatore.
Bando agli scherzi, è una rivoluzione tale che davvero si può dire che dopo Mito non sarà più la stessa musica. E il mondo della bicicletta, in tutte le sue declinazioni, dovrebbe approfittare di questa novità.
Prendiamo il ciclismo. Sicuramente non il solo sport con problemi a causa del doping, di sicuro il primo sport associato a questa piaga moderna (che oltre tutto non riguarda solo i professionisti, che pure un minimo di assistenza da parte di qualche dottor Stranamore la ricevono, ma anche e soprattutto gli amatori che invece mettono in gioco la loro salute senza protezioni).
Qualche anno fa lo svizzero Fabian Cancellara fu accusato di andare talmente veloce che qualcuno volle controllare se non aveva un motorino nascosto da qualche parte nella sua bicicletta. Non era vero, ma prendiamo per buono il paradosso.
Diamo un motorino a tutti i ciclisti partecipanti, ad esempio, al Giro d’Italia. Non un aiuto per la loro corsa, uno strumento capace piuttosto di raccogliere l’energia che producono. Poi, all’arrivo, scarichiamo tutti questi kilowatt a beneficio delle città sedi di tappa. Ci sarebbe energia più pulita di questa? Ci potrebbe essere operazione migliore di questa per il ciclismo? Ogni strumento è come un germoglio, ha proprio ragione Stravinskij, un compositore verde: un… Mito.