Paul Le Floch, con la sua startup Axfot, è pronto ad impiantare chip nel cervello. L’azienda più famosa che si è posta questo traguardo è Neuralink, fondata da Elon Musk, anche se altre sono più avanti.
Axfort, la startup dei chip nel cervello di un under 30
All’inizio di quest’anno è stata impiantata la prima interfaccia cervello-computer in un paziente paralizzato, con grande successo. Questo impianto gli ha consentito di comunicare in modo autonomo attraverso il computer. Questo obiettivo ai limiti della fantascienza è diventato realtà e e diverse aziende stanno accelerando per cercare di raggiungerlo. La più famosa di queste è Neuralink, di Elon Musk, anche se altre sono molto più avanti. Tra queste aziende c’è Axoft, fondata nel 2021 dal ricercatore Paul Le Floch, che vuole usare materiali flessibili per sviluppare una tecnologia di impianto cerebrale in grado di trattare patologie neurologiche come la paralisi cerebrale e consentire la comunicazione.
La startup ha annunciato di aver raccolto 8 milioni di dollari di finanziamenti. L’azienda, come spiegato da Le Floch, di 29 anni, è diversa per via della scelta dei materiali. “Dobbiamo ripensare completamente i materiali utilizzati per la realizzazione degli impianti. Perché il problema principale è l’integrazione dell’elettronica con i tessuti cerebrali” ha dichiarato. Il problema è che il cervello delle persone non è molto propenso ad avere chip di silicio impiantati al suo interno. Il sistema immunitario reagisce subito e con il tempo, intorno all’impianto, si forma un tessuto cicatriziale, facendo perdere all’impianto la sua funzionalità. Per risolvere questo problema, Axoft ha creato un impianto che usa un polimero morbido che non causa la formazione di tessuto cicatriziale.
La nascita della startup
Il dispositivo di impianti cerebrale di Axoft ha ricevuto la designazione di Breakthrough Device, che accelererà il processo di approvazione da parte della Food & Drug Administration.
Axfot ha origine dal lavoro di Le Floch come dottorando ad Harvard nel 2016. A quei tempi era appassionato dei nuovi tipi di polimeri morbidi che potevano servire come base per i sistemi bioelettronici. Allora si è unito al laboratorio di Jia Liu, professore assistente dell’università che si occupa di bioelettronica. In quel periodo, insieme a Liu e a un altro ricercatore, Tianyang Ye, ha sviluppato il prototipo della tecnologia che sarebbe poi diventata la base dell’impianto di Axoft. Grazie ai polimeri morbidi, il cervello non viene spinto a formare tessuto cicatriziale e si possono collegare migliaia di neuroni in più rispetto alla tecnologia attuale, ampliando le possibilità di utilizzo degli impianti cerebrali. Le Floch ha deciso di entrare nel mondo imprenditoriale, fondando la società con Liu e Ye, che è diventato cto.
Per lui era fondamentale “passare all’applicazione clinica il più rapidamente possibile, senza rimanere solo sui banchi dell’università”. Le Floch prevede di usare questo finanziamento per iniziare a spostare gli impianti nella sperimentazione proclitica sugli animali e per ampliare il suo team. Uno dei primi scopi dell’azienda sono i pazienti pediatrici con paralisi cerebrale, possibile grazie ai materiali morbidi. Gli investitori sono entusiasti.