Mercoledì scorso si è svolta presso l’ Università degli studi di Salerno la cerimonia ufficiale di consegna della Coppa dei Campioni delle startup, vinta da noi di Mangatar a Novembre 2012. Una cerimonia molto breve ed intima.
L’evento è iniziato circa alle 10:30 con qualche intervento istituzionale da parte del Rettore, del Presidente di Confindustria Salerno e del Presidente della Camera di Commercio di Salerno. Da apprezzare, ancora una volta, come gli eventi organizzati da questa Università abbiamo questo tipo di interventi ridotti al minimo.
Subito dopo c’è stato il momento ufficiale di consegna della coppa al Rettore Raimondo Pasquino e poi, per finire, lo spazio per i pitch delle 9 startup finaliste della StartCup Campania 2012.
Alle 12:30 circa l’evento era concluso.
Qualche foto di rito e qualche veloce intervista con la stampa (poca) presente in sala e si torna al lavoro. E’ stata un’ottima occasione per annunciare qualche novità del nostro progetto e per scambiare quattro chiacchiere con i professori e gli studenti presenti in sala.
Ma non è tanto dell’evento in se che voglio parlare che, come avrete capito, è stato più che altro una formalità, quanto di questo piccolo ecosistema che si sta formando in Campania e a Salerno, nello specifico.
In uno degli interventi istituzionali qualcuno ha addirittura accennato ad una “Silicon Valley Campana”. Sicuramente è un po’ forte come accostamento e suona tanto di “già sentito”. Ma la verità è che da queste parti, finalmente, si respira un’aria nuova. Proprio attorno all’Università di Salerno sta nascendo qualcosa di importante: la presenza di startup interessanti come 4W, mangatar e young e l’apertura dell’incubatore 56cube di digital magics sono piccoli segnali di questa realtà nascente.
Ma più di tutto, la conferma è data dai risultati alla StartCup Campania – dove su 5 startup vincitrici 4 sono dell’Università di Salerno – e al Premio Nazionale dell’Innovazione – dove su 5 premi ben 3 sono andati, ancora una volta, a Salerno (incluso il premio assoluto di Startup dell’anno). E parliamo di startup completamente diverse tra di loro, provenienti dai settori del green tech, dell’ICT e delle nano tecnologie, a riprova del fatto che da questo campus stanno emergendo realtà completamente trasversali.
Ma in tutto questo manca ancora qualcosa. Manca la capacità di fare PR. La capacità di farsi notare e sapersi presentare. Sono ancora in pochi a conoscere questa realtà nella quale, permettetemi la nota d’orgoglio, sono fiero di essermi laureato.
Sono orgoglioso di questo campus enorme e immerso nel verde che nulla ha da invidiare alle realtà d’oltreoceano ma che soffre ancora di complesso d’inferiorità, se nei discorsi ufficiali ci si piange ancora addosso dicendo che le Università del nord hanno più visibilità.
La struttura e i mezzi ci sono, i cervelli e le realtà interessanti anche. Bisogna solo rimboccarsi le maniche e lavorare sodo.
Perché, come ha giustamente sottolineato il Rettore, le startup che hanno raggiunto questi piccoli traguardi l’hanno fatto senza l’appoggio delle istituzioni, contando solo sulle loro forze e sulla loro caparbietà.