Introduzione a Venere
Venere, il secondo pianeta più vicino al Sole, è spesso descritto come il “gemello cattivo” della Terra. Con dimensioni, massa e composizione minerale simili, Venere ha però caratteristiche che lo rendono un luogo inospitale. Recenti studi condotti da un team di ricercatori di Cambridge, pubblicati su Nature Astronomy, suggeriscono che Venere potrebbe non aver mai avuto oceani di acqua liquida, contrariamente a quanto si pensava in precedenza.
Le condizioni attuali di Venere
Oggi, Venere è un pianeta infernale, con temperature che raggiungono i 500°C e una pressione atmosferica 92 volte superiore a quella terrestre. La sua atmosfera è composta principalmente da anidride carbonica e acido solforico, creando un ambiente ostile alla vita come la conosciamo. Nonostante ciò, per lungo tempo si è ipotizzato che in passato il pianeta potesse aver ospitato oceani di acqua liquida, ma le nuove evidenze scientifiche mettono in discussione questa teoria.
Le nuove scoperte sulla composizione atmosferica
La ricerca ha rivelato che l’atmosfera di Venere è stabile e che le sostanze chimiche presenti devono essere continuamente rimpiazzate da quelle provenienti dall’interno del pianeta, attraverso l’attività vulcanica. I ricercatori hanno scoperto che le eruzioni vulcaniche su Venere contengono solo il 6% di vapore acqueo, suggerendo che anche l’interno del pianeta sia asciutto. Questo è in netto contrasto con la Terra, dove le eruzioni vulcaniche sono ricche di vapore acqueo, indice della presenza di acqua nel sottosuolo.
Le implicazioni per la ricerca di vita extraterrestre
Queste scoperte hanno importanti implicazioni per la ricerca di vita su altri pianeti. Se Venere non ha mai avuto oceani di acqua liquida, i pianeti con atmosfere simili potrebbero essere esclusi dalla lista dei candidati per ospitare forme di vita.
Tuttavia, gli scienziati non escludono la possibilità di forme di vita estreme, diverse da quelle terrestri, che potrebbero esistere in condizioni inospitali. La missione DaVinci della NASA, prevista per la fine del decennio, potrebbe fornire ulteriori informazioni su questo misterioso pianeta.