Vent’anni di moda in mostra a Parigi

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Dallo studio della moda si possono capire e intuire diverse cose. Analizzare il costume di un popolo o di un’epoca spiega tanto della società presa in esame, ne racconta ad esempio la libertà, specie quella femminile, l’apertura mentale, le abitudini e in parte anche il pensiero. Per questo un’attenzione sempre crescente si presta al costume e alla sua evoluzione, spuntano libri e trattati come funghi e vengono studiate e allestite mostre in grado di offrire una visione di insieme di una determinata epoca, come quella attualmente in corso a Parigi, allo storico Musee les arts decoratifs che ospita “Les années 1900-2000: Histoire Idéale de la mode contemporaine Vol. 2”, la seconda “puntata” di un percorso espositivo messo in atto sempre a Parigi negli scorsi mesi.

L’idea che ha dato origine alla mostra, premiata a furor di popolo dall’affluenza della sua prima edizione, è quella di dare evidenza e risalto quanto più possibile ad alcuni dei capi iconici che hanno contribuito a rivoluzionare il costume moderno, suddividendoli in fasi e momenti particolarmente interessanti – questa è la volta di due periodi importantissimi per la moda, il decennio che va dal 1970 al 1980 e quello dal 1990 al 2000 – e offrendo così al pubblico una visione di insieme rilevante, in grado di spiegare a fondo lo stile e il gusto di passaggi fondamentali del costume.

Sono tanti i grandi protagonisti della moda che hanno offerto il loro particolare contributo nell’evoluzione dei due decenni in esame in fatto di stile, Chanel per esempio, con il suo vulcanico Karl Lagerfeld, e John Galliano, che tanto ha contribuito con la sua vision unica allo stile della nostra epoca sotto l’egida di Christian Dior, e poi il mitico Alber Elbaz di Lanvin sulla bocca di tutti proprio in questi giorni per la capsule collection realizzata in tandem con H&M, e Gucci, che all’epoca si avvaleva dell’apporto eccezionale di Tom Ford e ancora Prada e il compianto Alexander McQueen un tempo stella di Givenchy.

Tutti questi grandi nomi della fashion industry – ma non solo, ci sono anche Yohji Yamamoto, Viktor & Rolf, Helmut Lang, la rossa impertinente Vivienne Westwood, Issey Miyake, Azzedine Alaia, Balenciaga con il suo favoloso Nicholas Ghesquière, Jean Paul Gaultier e tanti altri – sono raccontati da “Les années 1900-2000: Histoire Idéale de la mode contemporaine Vol. 2”, così come un duo importante del made in Italy, quello composto da Domenico Dolce e Stefano Gabbana, che a Parigi espongono ben 2 dei loro storici corsetti, uno, tempestato di pietre e ciondoli, reso celebre da Madonna, che lo indossò nel 1991 alla prima newyorkese di “Truth or Dare”, l’altro sfoggiato dalla più moderna delle icone, Lady Gaga, che per il video della sua hit “Paparazzi” ha scelto un corsetto in pelle metalizzata firmato proprio dal duo di designer siciliani.

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Scritto da luxu

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