Vertical farming: una soluzione sostenibile per il futuro?

Molti sostengono che la vertical farming o agricoltura verticale sia una soluzione sostenibile ai tradizionali metodi di coltivazione, perché?

vertical farming
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Dopo secoli di pratiche sbagliate il nostro ambiente ha subito danni irreversibili. Per non continuare ad aggravare questa condizione, è importante che si opti seriamente per una produzione alimentare realmente ecologica. A questo si associa l’incalzante aumento della popolazione. Qual è la soluzione? Alcuni dicono che l’agricoltura verticale o vertical farming sia una di queste. È effettivamente così?

L’impatto ambientale dell’agricoltura tradizionale

Fra le fonti di inquinamento principali dei nostri giorni vi è indubbiamente l’agricoltura. La produzione di alimenti rappresenta più di un quarto delle emissioni di gas serra a livello globale. La produzione alimentare è anche la causa prioritaria di consumo globale di acqua dolce (per il 70%). A ciò non va dimenticato lo sfruttamento intensivo del suolo, il fitto sistema dei trasporti degli alimenti e l’uso di fertilizzanti e pesticidi.

Cos’è la vertical farming?

L’agricoltura verticale, meglio conosciuta come “vertical farming“, si presenta come un metodo di produzione in netto contrasto a quello tradizionale. Cosa si intende con questa espressione? La vertical farming è la pratica di coltivare colture indoor, impilate verticalmente edifici o strutture che si estendono in verticale. In queste strutture vengono impiantate delle luci che svolgono artificialmente la funzione dei raggi solari. Opzioni ormai più all’avanguardia hanno a che fare con l’idroponica o altre tecniche agricole avanzate. Queste tecniche sono alla base di sistemi accuratamente realizzati che riciclano risorse piuttosto che lasciarle andare sprecate.

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Uno dei progetti di coltivazione-verticale-idroponica più conosciuti è stato realizzato da Eden Green Technology. Le serre di Eden Green forniscono una soluzione sostenibile ad ognuno dei problemi citati all’inizio di questo articolo: emissione di gas serra, spreco di acqua e utilizzo intensivo del suolo.

Emissione di gas serra

L’utilizzo di fertilizzanti azotati nella produzione agricola contribuisce notevolmente alle emissioni di gas serra. Questi fertilizzanti producono protossido di azoto, o N2O, che è 300 volte peggio del semplice anidride carbonica (CO2). In una serra idroponica, le piante vengono coltivate direttamente in acqua senza la presenza del terreno e dunque evitando l’utilizzo di fertilizzanti chimici che lo trattino. Piuttosto, nutrienti come l’azoto vengono aggiunti direttamente nell’acqua, consentendo un più efficiente assorbimento da parte delle piante e riducendo quasi a zero le emissioni di protossido di azoto.

Spreco di acqua

Nell’agricoltura tradizionale, gran parte dell’acqua destinata alle colture viene poi sprecata. Come? L’acqua si disperde nel terreno oppure evapora prima che le piante possano effettivamente assorbirla tutta. In una fattoria idroponica verticale, l’acqua viene riciclata ripetutamente attraverso il sistema, il che significa che sarà necessaria una quantità minima di acqua dolce. Infatti, queste serre consumano in media circa il 98% in meno di acqua rispetto alle aziende agricole tradizionali. Un’enorme differenza che renderebbe molta acqua dolce attualmente sprecata ancora disponibile ad altri usi.

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Degradazione del suolo

Nell’ultimo secolo e mezzo, si stima che lo sfruttamento di vastissime porzioni di suolo abbia comportato una perdita di circa la metà del suolo del nostro pianeta. Problemi come l’erosione, la compattazione, la perdita della salinità (dovuta a un uso eccessivo di acqua dolce nell’irrigazione) e la denutrizione della terra sono i fattori di causa della crisi. La vertical farming basata sull’idroponica potrebbe preservare il prezioso terriccio. Inoltre, nel sistema idroponico possono essere coltivate molte più verdure e colture sane pur non potendo coltivare patate e carote.

Vertical farming: una fattoria agricola in città

Il trasporto dei cibi comporta un’enorme quantità di combustibili fossili rilasciati in sostanze nocive per l’ambiente. Oltre che, ad essere trasportati sono prodotti che perdono i loro nutrienti o comunque non hanno il vantaggio di essere prodotti localmente e mangiati direttamente. Uno dei principali vantaggi dell’agricoltura verticale è che occupa molto meno spazio rispetto ai tradizionali metodi di coltivazione.

Non solo, poiché la coltivazione avviene ​​al chiuso, il clima o le condizioni meteorologiche all’esterno non incidono Infine queste “fattorie” possono dunque anche a contesti urbani densamente popolati, coltivando cibo locale e indipendentemente dalla stagione. Ciò comporta che la maggior parte delle colture passano dalla serra allo scaffale del negozio in meno di 48 ore. Un viaggio così breve abbatterebbe i tassi di inquinamento causati dai trasporti.

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Scritto da Redazione Think

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