Rispondere ad un bisogno con una visione. Il tentativo è stato quello quando due anni fa, proprio di questi tempi, accarezzavo l’idea di partecipare ad un grant per produrre un’inchiesta multimediale ad alto impatto civico e sociale.
Rosy Battaglia con la telecamera durante un’inchiesta
Ero e sono tuttora animata da una persistente convinzione: che ci fosse bisogno, in Italia, di uno spazio per l’approfondimento di qualità e il coinvolgimento dei cittadini su temi come l’ambiente, la salute e la legalità. E soprattutto che il web permettesse di creare connessioni e conoscenze come patrimonio comune. Volevo poi creare un sistema che rendesse le informazioni sempre disponibili, aggiornabili e condivisibili, in maniera continuativa nel tempo, che non si limitasse allo scoop giornalistico.
Così è nato Cittadini Reattivi, e quello che sembrava un azzardo, “mappare” comunità e luoghi da bonificare, raccontare best pratices di partecipazione civica e selezionare notizie per un pubblico sempre più crescente, si è poi rivelato un progetto vincente, tanto che quel grant di Fondazione Ahref lo ho conquistato, insieme ai “miei” primi cittadini reattivi Flavio Castiglioni e Claudio Spreafico, esempio di impegno costante a tutela dei territori contaminati di quel “popolo inquinato” da nord a sud dell’Italia.
Rappresentanti di una moltitudine di comitati, associazioni, comunità che ho poi incontrato in carne ed ossa nel mio viaggio, che continua ancora oggi, lungo la Penisola da Casale Monferrato a Brescia, da Napoli a La Spezia.
Dopo la realizzazione e il lancio della prima inchiesta sugli oltre 15.000 siti contaminati nella nostra Penisola, l’Italia è un Paese da bonificare, la campagna di crowdmapping della piccola piattaforma collaborativa creata su WordPress, l’impatto mediatico e sociale di Cittadini Reattivi è andato via via crescendo. Sia da parte delle comunità che per prime si sono registrate sulla piattaforma e che hanno seguito il nostro lavoro di curation sui social network, sia da parte del mondo dell’informazione e dell’innovazione sociale che ha riconosciuto il senso di questo lavoro (e a cui sono grata).
Un’attenzione tale che, come sa bene chi è mi è stato vicino in questi mesi, mi ha spinto a continuare ad alimentare e documentare, volontariamente, un processo in atto, dal mio punto di vista irreversibile: quello di una generazione trasversale di cittadini, scienziati, amministratori locali, spinta ad agire per il cambiamento, che ha nuovi strumenti di comunicazione e relazione a disposizione ma che ha, al contempo, bisogno di essere narrata.
Il sindaco di Mirabello Monferrato, Luca Gioanola (al centro) e i cittadini di Casale Monferrato
I risultati? Tanti e tutti positivi. Dal suo primo debutto a Fa’ la Cosa Giusta, la fiera del consumo critico e sostenibile a Milano, dove Cittadini Reattivi si è scoperta come una vera e propria comunità, coinvolgendo centinaia di persone e lanciato un primo appuntamento con le migliori pratiche di cittadinanza e amministrazione responsabile rispetto al dramma dell’inquinamento ambientale.
Da Casale Monferrato a Brescia, dagli operai imprenditori della Rimaflow, dalla Valle Olona salvaguardata dalla sua comunità al giornalismo dei dati al servizio dei cittadini.
Un esperimento per connettere mondi che non sempre dialogano e si confrontano ma che stanno imparando a farlo sempre meglio
Così come è successo al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia con la rete dei giornalisti indipendenti che lavorano intorno a questi temi e negli altri appuntamenti sull’innovazione sociale e culturale e la comunicazione a cui ho partecipato nel 2014.
La mappa dei Cittadini Reattivi
Connessioni da cui sono nate le collaborazioni con il Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa (vedi il Progetto Gioconda sulla partecipazione dei giovani cittadini alle decisioni sull’ambiente), con la Summer School contro le ecomafie alla facoltà di Scienze Politiche di Milano, attraverso il racconto dei movimenti civili che di fatto, senza retorica, si battono per la legalità, la trasparenza e per il diritto di sapere e decidere in modo partecipato il destino dei propri territori. Dalla Lombardia alla Campania uniti per combattere l’illegalità ambientale.
Culmine di queste esperienze è stata la due giorni a Mantova su Inquinamento e Salute: L’impatto sanitario delle attività a rischio e dei siti inquinati che ha visto l’intervento degli Science Citizens, che si sono ritrovati da tutta Italia per condividere informazioni e azioni possibili per stimolare governo ed istituzioni alle azioni di bonifica a tutela della salute e al riconoscimento di quel danno sanitario, prezzo di un’economia “fossile” che guarda con miopia alla green economy della rigenerazione ambientale.
Rosy Battaglia “armata” con la sua telecamera
Così come dopo la partecipazione a Repubblica Next, le mie inchieste civiche, elaborate grazie alla fitta e costante relazione con le comunità nei territori inquinati di tutta Italia, hanno visto la luce su La nuova ecologia, su Nòva del Sole24Ore e su Wired.
Progetti di data e civic journalism dove ho cercato di documentare come la mancanza di accesso ai dati della Pubblica Amministrazione sia spesso alla base dei conflitti ambientali tra comunità e Istituzioni
E di come, invece, trasparenza e monitoraggio civico siano fondamentali sia per la giusta pretesa di una migliore qualità della vita, sia per il rilancio di un’economia sostenibile in grado di riqualificare i territori nell’era post industriale. Ma il mio sguardo non si è limitato all’Italia. Ed ho scoperto che la necessità di trasparenza, giustizia, monitoraggio e partecipazione civica all’estero, sostenuta in prima istanza dalla Comunità Europea, è alla base di progetti internazionali come EJOLT (Environment Justice Organisations, Liabilities and Trade) che coinvolge Università, ONG, attivisti e giornalisti.
Così come fioccano dall’Europa all’America, grandi esempi di “Investigative Journalism in Pubblic Interest” dalla pluripremiata ProPublica, che coinvolge i cittadini nelle proprie inchieste anche attraverso l’uso dei Social Network, a Mediapart in Francia, a De Correspendent in Olanda fino alla fondazione Civio e Infolibre in Spagna.
Ecco, proprio guardando oltre confine, oggi, posso dire che quella che era una visione, era semplicemente la necessità di evoluzione dell’attività giornalistica, ben descritta dalle parole del giornalista americano Jeff Jarvis:
Non il semplice processo per la creazione di contenuti ma un’attività a servizio delle comunità, fondamentale per l’organizzazione della conoscenza in una società informata
Anche per questo, un piccolo progetto come Cittadini Reattivi oggi diventa un’associazione di promozione sociale tra giornalisti e cittadini. Per questo lanceremo una scuola di giornalismo civico e di “cittadinanza reattiva” coinvolgendo rappresentanti della società civile, dell’informazione e della scienza, con l’intento di promuovere l’utilizzo dei Social Media ad uso sociale e il loro uso per l’organizzazione del sapere come bene comune, dei diritti sociali e civili.
Sempre per questo Cittadini Reattivi partecipa alla campagna per un Freedom Information Act in Italia e continua a tessere relazioni scuole, università e la società civile italiana impegnata per la trasparenza e contro la corruzione. Con obiettivo chiaro: dare il nostro contributo alla formazione di una generazione di cittadini scientifici e digitali proiettati verso il futuro, in grado di di esercitare con consapevolezza i propri diritti e sollecitare le Istituzioni alle loro responsabilità.
ROSY BATTAGLIA*
*Rosy Battaglia, Online Journalist e Social Media Specialist, blogger su Batblog. Specializzata in inchieste ambientali, culturali e sociali, è anche formatrice e consulente sui Social Media. E’ l’ideatrice e la curatrice di Cittadini reattivi, progetto di civic journalism e sito di crowdmapping su ambiente, salute e legalità che ha vinto nel 2013 il contest di Fondazione Ahref per le inchieste multimediali ad alto impatto civico e sociale.