Quando leggiamo o ascoltiamo la parola “divulgazione”, quasi per riflesso pavloviano, la associamo immediatamente alla parola “scientifica”, come se fosse comunemente accettato che l’unica cosa che ha necessità di essere divulgata sia, appunto, la scienza. In realtà non è così. Divulgare significa raccontare, con metodo, la conoscenza al grande pubblico: è una vera e propria impresa culturale ed educativa, che ha l’obiettivo di condividere evidenze, fatti e concetti con il maggior numero di persone possibile. Per divulgare bisogna fare leva sulla creatività, rifiutare il nozionismo e la facile scappatoia del linguaggio tecnico, sperimentare nuove forme di narrazione, dimostrare una grande padronanza culturale e linguistica. Leggere la curatela incomprensibile di una mostra d’arte, perdersi confusi nel linguaggio pomposo e barocco dei testi filosofici, rimanere interdetti di fronte a geroglifici matematici e sentirsi vittime indifese delle più improbabili teorie mediche propinate sui social o nelle trasmissioni tv, sono tutti segnali di una realtà che, se da un lato dovrebbe spingere ognuno di noi ad un maggiore approfondimento, dall’altro reclama una maggiore attenzione al linguaggio utilizzato da parte di chi ha dei contenuti da esporre e trasmettere.
L’arte, la filosofia, le scienze umane, la medicina, la matematica, l’ingegneria e, più in generale, ogni ramo del sapere umano, hanno tutti la medesima necessità ed urgenza: essere divulgati, raggiungere parti sempre più ampie di comunità.
DIVULGAZIONE, UN PRIMO ESPERIMENTO
Il Festival della Divulgazione, primo esperimento realizzato al Sud Italia di questa tipologia di eventi, pone attenzione su tre parole chiave, legate al tema della Divulgazione, e offre a chiunque parteciperà quattro tipologie di eventi.
Le parole chiave del festival sono:
Luoghi, linguaggi, professione
Luoghi perché sempre più luoghi pubblici e privati, spazi fisici e non, hanno bisogno di ripensarsi come luoghi dell’accessibilità al sapere. Per questo uno degli obiettivi principali del festival è proprio portare metaforicamente il pubblico a vivere in luoghi altri la dimensione di fruizione della conoscenza, in tutti i campi del sapere.
Linguaggi, perché ogni forma di sapere ha un suo linguaggio codificato, molto spesso di stretto accesso ai soli “addetti ai lavori”. Obiettivo del Festival è, invece, ragionare su come si possa, invece, cambiare l’approccio ad una disciplina, ripensando in termini divulgativi al linguaggio che viene usato.
Professione perché quella del divulgatore deve essere sempre di più una professione, non qualcosa lasciata alla buona volontà dei ricercatori, che spesso non hanno corretti registri e strumenti comunicativi, o dei blogger-giornalisti, che spesso non hanno le basi teoriche appropriate. Esso è il campo vasto di sperimentazione di un lavoro complesso. È quindi quanto mai necessario acquisire strumenti e metodologie per svolgerla al meglio.
QUATTRO TIPI DI EVENTI
Sulla base di questi presupposti, il festival è organizzato in 4 tipi di eventi:
- Officine: da chi ha esperienza di divulgazione a chi intende acquisire competenze per poi, a sua volta, rendere la ricerca e i contenuti complessi fruibili ad altri (accesso a numero limitato)
- Esperienze: momenti in cui divulgatori, artisti e ricercatori condividono le proprie esperienze gli uni con gli altri
- Visioni: in cui esperti divulgatori racconteranno il futuro della cultura nel nostro Paese
- Re.A.Di.
IL PROGRAMMA E GLI INTERVENTI
Le tre giornate di lavori saranno divise così:
4 novembre 2016 ; La semplicità di un pensiero profondo
Il primo giorno del Festival intende porsi delle domande semplici, che partono da un pensiero profondo: è possibile sperimentare nuove forme di dialogo tra scienza, arte e letteratura? Qual è il futuro delle nuove tecnologie nella fruizione dei beni culturali e dei luoghi deputati all’incontro di vita, di esperienze e di approfondimento? Con artisti e scienziati capiremo come l’arte e la percezione della realtà modificano il nostro cervello; scopriremo quali sono le strategie migliori per comunicare i beni culturali nel mondo dei social e qual è il futuro dei musei nella società della conoscenza che viviamo. A conclusione della giornata un omaggio alla settima arte, divulgata (proiezione del film Le due Sicilie di Alessandro Piva).
5 novembre 2016 ; Un cielo di domande
Ci sono davvero più cose tra cielo e terra di quante ne riusciamo ad immaginare? Il secondo giorno del Festival intende ripercorrere la strada che ha portato l’uomo a interrogarsi sui misteri della vita e del cosmo. Dalla conquista della Luna alle possibili vite su altri pianeti, la risposta che artisti e scienziati hanno dato agli stessi quesiti sul senso della vita sembrano completarsi a vicenda. E poi le arti performative, la letteratura e la cucina. A conclusione della giornata la musica per immagini e le immagini per la musica (concerto dei Mokadelik).
6 novembre 2016 ; L’infinita varietà del mondo
Nella terza giornata, dal cielo l’attenzione precipita sul mondo. Che è grande, ma che per alcuni sembra un posto troppo piccolo: esiste un modo per analizzare, al di fuori degli stereotipi, i flussi migratori che hanno da sempre caratterizzato la storia dell’uomo? Dalla biologia alla sociologia, dalla solidarietà alla statistica, l’ultimo giorno del Festival sarà dedicato ad approfondire l’infinita varietà del mondo, approdando alla comunicazione della scienza nel campo della medicina e della politica. Concluderemo la giornata in teatro con un volo che pareva immaginario (spettacolo Il codice del volo de La compagnia del sole).
Massimo Bray
Il programma è disponibile sul sito del Festival. Parteciperanno Pietro Greco (giornalista scientifico e scrittore di opere scientifiche divulgative), Massimo Bray (già Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo), Amedeo Balbi (astrofisico, insegna all’Università di Roma “Tor Vergata”), Roberto Burioni (medico, docente di virologia e microbiologia, specialista in immunologia clinica), Marco Damilano (giornalista, vicedirettore de L’Espresso), Alessandro Piva (Regista), i Mokadelic (gruppo post-rock e neo-psichedelico autori della colonna sonora della serie Gomorra), La compagnia del Sole e tanti attori, registi, scienziati, comunicatori, progettisti sociali, artisti.
MICHELE CIGNARALE
Il Festival online
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