In Italia, negli ultimi anni, il tema dello sviluppo sostenibile ha acquisito un ruolo sempre più importante, soprattutto nel settore vitivinicolo, dove già da tempo esistono norme atte alla certificazione dei prodotti e delle organizzazioni, come per esempio VIVA o Equalitas. Sostenibilità economica, ambientale e sociale si traducono, quindi, in specifiche modalità produttive e di gestione, che impattano notevolmente anche sulle vendite delle enoteche online come Svinando, che propongono nel loro catalogo un’ampia varietà di vini prodotti da cantine di tutto il mondo.
Sostenibilità vitivinicola: dal Decreto Rilancio alla nascita del Disciplinare
Con il Decreto Rilancio è stata approvata lo scorso anno la norma che favorisce la sostenibilità nelle diverse fasi del processo produttivo del settore vitivinicolo, cioè le regole produttive e le buone pratiche riunite in uno specifico disciplinare di produzione.
Inoltre, negli scorsi mesi è stato annunciato dal Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli la nascita di un disciplinare a sostegno di una produzione vinicola sempre più green. Infatti, il tema dello standard unico di sostenibilità vitivinicola è stato al centro dell’Assemblea generale dell’Unione Italiana Vini. Un’importante riflessione ha coinvolto non solo i produttori della filiera, ma anche i rappresentanti politici presenti.
Quella del 24 giugno 2021 sarà ricordata come una data storica per la sostenibilità vitivinicola. Il capo dipartimento del Mipaaf Giuseppe Blasi ha, infatti, firmato il decreto “sostenibilità” che sancisce che il vino italiano avrà uno standard pubblico. Al centro, quindi, le regole produttive e, per garantire il rispetto dell’ambiente, la qualità e sicurezza alimentare, la tutela dei lavoratori e dei cittadini.
Decreto “sostenibilità”, cosa prevede per produttori e imprese
Ma cosa prevede il decreto “sostenibilità”? L’elemento centrale su cui ruota l’intera operazione è la predisposizione dei disciplinari di produzione, nei quali sono indicate le regole produttive e le buone pratiche predisposte sulla base delle linee guida nazionali per la produzione.
Quindi, per i produttori regole uniche in materia di impiego di agrofarmaci e di buone prassi in vigna e in cantina, ma anche un logo uguale per tutti e riconoscibile ai consumatori. Infine, per le imprese che hanno già adottato lo standard Equalitas o gli altri protocolli a disposizione, a chi è già in possesso di una certificazione ambientale, viene data la possibilità di essere inserite nel nuovo standard della sostenibilità senza costi e per un periodo transitorio di due anni.
Nasce il Comitato della sostenibilità vitivinicola
Tra le importanti novità presenti nel decreto vi è l’istituzione di un Comitato della sostenibilità vitivinicola (CoSVi), che si occuperà di:
- definire il disciplinare per la produzione sostenibile;
- definire il sistema di monitoraggio della sostenibilità della filiera vitivinicola;
- individuare gli indicatori necessari alle valutazioni della sostenibilità della filiera vitivinicola;
- attività di supporto al Mipaaf.
Faranno parte del Comitato, a titolo gratuito, due rappresentanti del Mipaaf, quattro rappresentanti delle Regioni e Province autonome, due esperti del Crea (uno del Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia e uno del Centro di ricerca per la Viticoltura ed Enologia), un rappresentante di Accredia. Inoltre, a titolo consultivo, saranno scelti un rappresentante per ciascuno dei sistemi di valutazione della sostenibilità nel settore vitivinicolo facenti parte del Gruppo di lavoro per la Sostenibilità in Vitivinicoltura. La funzione di coordinatore è attribuita al Direttore della Dg delle Politiche internazionali e dell’Unione europea.