Mettete una sparata di Sgarbi, conditela con i soliti luoghi comuni “La cultura petrolio dell’Italia, i musei italiani non sanno valorizzare le opere”, mescolate bene e servite in tavola “i bronzi di Riace a Expo2015″. Ma per realizzare una prelibatezza sono necessari esperienza, saper fare, ingredienti di prima scelta, buon gusto, non certo improvvisazione e sciatteria.
Spostare i Bronzi di Riace è troppo rischioso
Prima di lanciare proclami e slogan sarebbe, come minimo, opportuno documentarsi. I miei genitori mi hanno accompagnato due volte a Reggio Calabria (Vicenza – Reggio Calabria:890 km) appositamente per ammirare i Bronzi di Riace: la prima volta li abbiamo trovati sdraiati, dietro uno spesso vetro mentre venivano ultimate le operazioni di restauro e a maggio di quest’anno abbiamo potuto contemplarli in tutto il loro splendore e fascino.
E’ sufficiente guardare il video che narra la storia di queste opere d’arte per rendersi conto che trasferirli a Milano e’ un’idea che può venire solo a chi non li conosce.
Nel vedere questi due possenti guerrieri greci, in tutta la loro bellezza e prestanza fisica, si ha la percezione che siano statue molto robuste. Così non e’. I bronzi, sculture realizzate con la tecnica di costruzione “a cera persa”, sono vuoti al loro interno, e ciò che più mina il loro stato di salute è il fatto che tutto il loro peso, circa 160 kg, poggia sui piedi, il cui strato di bronzo è estremamente sottile, pochi mm.
Noi italiani non siamo forse soliti a proclamare a “urbi et orbi” che l’unicità dell’Italia è data dal fatto che l’arte e la bellezza sono diffuse su tutto il territorio, da nord a sud, dalle città ai piccoli paesi? E che bisogna portare i turisti al di fuori delle solite, seppur stupende, città d’arte? Quale occasione migliore di Expo2015? Questo evento, che attirerà milioni di visitatori, può essere finalmente l’occasione per testare un nuovo modello di offerta turistica, in cui l’Italia tutta si offre come un sistema coordinato, all’interno del quale saranno le persone a spostarsi, e non le opere d’arte.
La stampa 3D in Bronzefil è una soluzione
Milano deve continuare a recitare la sua parte, che è quella della metropoli moderna, contemporanea, innovativa e tecnologica. Può avere i Bronzi di Riace 2.0. Come? Stampandoli in 3D, e precisamente con una stampante 3D di tipo “Delta”, utilizzando “bronzefill”, un filamento che contiene particelle di bronzo che una volta lucidato sembra vero bronzo.
In questo modo i Bronzi di Riace 2.0 si materializzeranno davanti ai visitatori di Expo2015, i quali, attraverso un sapiente marketing, verranno invogliati ad andare a vedere gli originali.
Risultati: risparmio di vagonate di soldi per il trasferimento delle opere, nuovi turisti in Calabria, diffusione della conoscenza della stampa 3D e un’Italia smart!
Dueville 8 settembre 2014CESARE CACITTI