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« Volo a vela per cambiare prospettiva al mondo »

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Un desiderio da molti condiviso. Un sogno almeno una volta fatto. Un traguardo da alcuni raggiunto. Ma è anche poesia, magnificenza, realtà ed immaginazione messe insieme. È lo sguardo rivolto verso il cielo. Lo sbattere delle ali di un gabbiano. L’aereo di carta da poco lanciato. La curiosità di sapere com’è il mondo da lassù.

Giancarlo Grinza era bambino quando vedeva gli altri volare. Accompagnava il padre istruttore di aliante nei campi di volo e con l’innocenza della giovane età ammirava quei silenziosi velivoli galleggiare nell’aria. Fin da subito è per lui naturale la componente del volo. Naturale, ma non priva di fascino. Lo stupore perpetua. La passione prima s’innesca e poi si alimenta. È così che a dodici anni compie il suo primo volo.

In compagnia proprio del padre trasferisce la soggettiva da terra all’infinito del cielo. Per Giancarlo è amore. Un amore verso un elemento, quella dell’aria, che non potrà più abbandonare.

A sedici di anni fa il corso. Fa sue le regole di volo. Da inizio ad un percorso dove non si finisce mai d’imparare. È un percorso di crescita, sicuramente sul pilotaggio, aspetto non banale e poi una crescita mentale, quella che ti porta a diventare uomo senza mai perdere però l’entusiasmo. Per ciò che si fa. Per ciò che si è.

Giancarlo Grinza oggi è un pilota affermato. Fa gare di velocità. Fa parte della squadra nazionale di volo a vela. E’ prossimo alle pre-selezioni per i campionati mondiali ed europei. Ma soprattutto Giancarlo è una persona che ha trovato quel giusto equilibrio tra il lavoro, la famiglia e il volo.

È non è tutto. Se il suo spirito di competizione lo porta a gareggiare in giro per l’Europa, è la sua curiosità a confrontarsi con culture diverse e la voglia di continuare ad imparare che vengono premiate attraverso questa sua passione legata al volo.

Sei tu da solo. Sei tu che entri nel mondo della natura. Voli sopra le montagne. Il Monte Bianco, il Cervino, Briançon, è emozionante vederli da lassù” mi racconta Giancarlo, scandendo le parole, quasi se rallentando il fluire potesse riprodurre e condividere con me quelle sensazioni e continua: “… oppure fare una termica ed incrociare lo sguardo di un’aquila che ti guarda come fossi un extraterreste, ti rendi veramente conto di quanto sei piccolo”.

Momenti di completo benessere. Dove non ci sono le giuste parole per descrivere l’estasi di una situazione straordinaria divenuta ordinaria.

Ma il volo a vela non è solo componente emozionale. Il ragionamento è sempre presente ed è fondamentale. Ogni azione che si vuole fare deve essere pensata prima. Capacità di analisi. Capire quale sia la scelta giusta. In anticipo rispetto ad un avversario se si tratta di vincere una gara. In anticipo rispetto alle correnti ascensionali, se si è a duecento chilometri da casa e si deve tornare indietro. È il ragionamento che fa la differenza. Sia nella continua ricerca dell’eccellenza di una prestazione sportiva. Sia nella gestione delle complessità legate al volo a vela.

Creatività e ragionamento. Ecco le due anime di questo slancio nel cielo. Ecco le due anime insite anche in Giancarlo. In una disciplina dove è ancora l’uomo che fa la differenza, poter vivere due aspetti così diversi è proprio come gestire le due anime di un uomo, la maturità e la spensieratezza. Tutto ciò traspare dalle parole di Giancarlo: “… quando sei atterrato e cala la tensione fisica e psicologica, ti rendi solo in quel momento conto di quello che hai fatto… rivivi il volo e capita pure di vedere cose che mentre eri lassù non avevi completamente messo a fuoco”.

Certamente le differenze tra un volo legato ad una gara di velocità e un volo di piacere esistono. Nel primo caso c’è da applicare una strategia legata ad un risultato competitivo. Sono emozioni differenti. Forse complementari. Comunque sia in entrambe le situazioni rimane la magia di qualcosa per il quale l’uomo si sente istintivamente attratto. E’ il cosiddetto cambio di prospettiva. Non solo altitudinale. Ma mentale.

Vola Giancarlo, continua a volare, portando lassù con te anche qualche nostro pensiero.

Venezia, 17 maggio 2014ANDREA BETTINIReblog da Il Mercante l’Anime

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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