Definirli “armadietti intelligenti” non basta. Gli smart locker sono l’ultimo tassello della rivoluzione nel settore della distribuzione. Oggi il loro potenziale permette di considerarli il ponte fra una logistica tradizionale e l’innovazione. Lo hanno compreso aziende leader dell’e-commerce e anche catene di supermercati. Sicuri, flessibili e smart, i locker si adattano al contesto delle smart city, dove il cittadino consuma sempre di più il suo tempo lontano dalle mura domestiche. Sul tema il 29 aprile scorso di è espressa anche l’Autorità garante delle comunicazioni: con un’istruttoria, l’Agcom ha definito: “l’utilizzo di armadietti automatici (lockers) per la consegna e la raccolta dei pacchi” come la soluzione “più adatta ad uno scenario di distanziamento fisico prolungato nel tempo“.
In quest’ottica, WIB (Warehouse in a box) è una startup che fa degli smart locker la modalità più intelligente per rispondere al futuro: con una rete di locker dislocati sul territorio, l’azienda propone un approccio open, dove l’armadietto non è più un dispositivo asettico, ma una soluzione composta da software e accessori vari, che offre servizi focalizzati sul cliente. Ne abbiamo parlato con Alfonso Correale, CEO di WIB.
Quale mission si propone WIB?
“La nostra mission è quella di fornire una soluzione di consegna, distribuzione e vendita di prodotti e oggetti di varia natura, attraverso una soluzione sia fisica – locker o distributori automatici – sia con una piattaforma che consente un’interazione digitale.
Questa seconda soluzione permette di integrare un e-commerce preesistente attraverso i nostri locker che sono distribuiti presso reception di clienti o centri uffici. Questo sistema aperto supera i limiti tipici dell’operatore predominante del mondo e-commerce. Nei nostri locker possono essere consegnati pacchi e corrispondenza di qualunque commerce provider e di qualunque vettore di spedizione”.
Com’è cambiato il concetto di distribuzione?
“Originariamente WIB è nata realizzando un prototipo di distributore automatico che aveva l’ambizione di far evolvere il mercato dei distributori automatici tradizionali – per capirci, quelli a spirale che utilizziamo per snack e lattine. La forza di WIB consiste nell’aver esteso l’attività di distribuzione rendendola più fruibile con prodotti di natura diversa, come l’elettronica, il food di fascia più alta (box lunch).
A questa nuova idea di distributore automatico – nata nel 2015 e presentata per l’occasione all’Expo di Milano – abbiamo affiancato anche i locker che hanno una possibilità di assolvere ad esigenze diverse”.
Quali risvolti pratici ha la vostra innovazione?
“I nostri smart locker possono essere sia refrigerati, per la consegna di cibo (spesa o box food, con applicazioni di nuove modalità di consegna cibo), sia a temperatura ambiente per la gestione dei bagagli. Ve ne sono a Barberino del Mugello o all’aeroporto di Torino, per esempio. Con la nostra piattaforma digitale customizzata, integriamo anche locker che hanno funzione di asset management, cioè di gestione di dispositivi aziendali: per esempio, la consegna di smartphone, monitor o vari device per members o dipendenti di un’azienda. Abbiamo installato locker di questo tipo in TIM o in Tecnimont, inserendo all’interno delle celle anche le prese per la ricarica elettrica. Attualmente, come WIB siamo presso il cantiere di CityLife alla Torre Libeskind dove stiamo installando dei locker su ciascun piano con la funzione di armadietti per i dipendenti.
La tematica del coronavirus sta cambiando le modalità di lavoro: oggi, cioè, si apre la possibilità di assegnare una ‘scrivania alla giornata’ e il relativo armadietto piuttosto che averne uno condiviso con gli altri colleghi. A tutte queste funzionalità potranno assolvere i nostri locker, che diventano anche un punto di consegna HR nel caso di recapito di oggetti, materiali o welcome kit. Le funzionalità con cui noi abbiamo corredato la nostra piattaforma ci rendono sempre più flessibili e pronti ad assolvere richieste sempre più diverse, che oggi diventano necessarie in un’ottica di distanziamento fisico per una consegna sicura e igienizzata. A ciò si aggiunge, la corretta gestione e sicura tracciabilità degli oggetti“.
Spesso quando si parla di logistica tradizionale, il cliente è collaterale. WIB propone una logistica customer-centrica. In che modo?
“Questo aspetto è stato il punto di partenza del rilancio e della rinascita di WIB perché ci siamo resi conto dell’esperienza dell’end user, l’utente finale. Noi siamo B2B, ma poi ci sono utilizzatori che devono avere la garanzia che quella piattaforma digitale funzioni e quel manufatto fisico funzioni con regolarità. Per WIB l’assistenza è un elemento fondamentale e noi lo garantiamo attraverso una partnership con Ricoh molto solida, nata negli Stati Uniti, dove WIB ha mosso con i clienti i suoi primi passi. La nostra prima validazione di soluzione è avvenuta con clienti multinazionali importanti, che hanno avuto modo di apprezzare la qualità della nostra piattaforma.
Abbiamo, poi, valutato che per garantire un servizio efficiente e a prova di customer è necessaria un’assistenza ben strutturata. Come startup, è impensabile che, su scala mondiale, WIB si possa far carico direttamente con il proprio personale di assistenza: per questo, abbiamo fatto una selezione dei maggiori player sul mercato e instaurato una partnership strategica con Ricoh e Swisspost Solutions.
I vantaggi sono una capillarità di presenza e una gestione efficace di personale di servizio – per lo più Field engineers di cui l’80% è personale dipendente – che assicurano un’assistenza tempestiva ed estesa a tutte le installazioni a oggi realizzate. Grazie a questa partnership siamo in grado non solo di offrire una soluzione completa di installazione, manutenzione e gestione della piattaforma digitale, ma anche la possibilità di introdurre un noleggio operativo, quindi consentire di trasformare il Capex in Opex: in altri termini, offriamo una soluzione completa in modalità “as a service”. In questo modo, il cliente ha la possibilità di pagare un canone mensile senza alcun anticipo di spesa”.
È giusto dire che affiancate sia il cliente che il fornitore?
“Sì. Noi proponiamo una soluzione end-to-end, dove il cliente non deve farsi carico di nient’altro che della sua componente core. In WIB, per esempio, abbiamo clienti che possono utilizzare le nostre soluzioni di custodia bagagli, distribuzione automatica oppure consegna dei prodotti e-commerce. Prendiamo i clienti e-commerce: in quel caso, integriamo con l’API l’interfaccia dell’app già sviluppata dall’utente. Per end-to-end noi intendiamo la soluzione più estesa possibile in funzione di quello che ci richiede il cliente. Può esserci il cliente che richiede tutto: in quel caso, noi sviluppiamo anche l’app insieme al locker, inclusa la manutenzione del software sulla base di un canone mensile. Altri esempi possono essere: la richiesta di un lettore d’identità dell’utente oppure un lettore di carte d’imbarco. Tutti questi elementi vengono valutati in fase di analisi dei requisiti del cliente, si definisce uno scope della soluzione, ma è il cliente a definire la soluzione end-to-end che vuole che rilasciamo: noi lavoriamo in quell’ambito e formuliamo, così, l’offerta”.
Qual è l’attuale situazione della logistica in Italia?
“Da un punto di vista della logistica, l’Italia è abbastanza avanti. In generale, il problema della logistica mondiale è la gestione dell’ultimo miglio, quell’elemento più costoso ma anche il più impattante socialmente. Per esempio: se parliamo dei nostri tempi, le strade sono ancora piene nonostante la riduzione degli spostamenti per lavoro. Malgrado questo, il trasporto su gomma è tornato a livelli pre-Covid. Parlando dell’e-commerce, che in questi mesi ha avuto circa un 25-30% di incremento, abbiamo avuto un’accelerazione della sua curva affiancata da una consegna home-delivery. Questo tipo di consegna ha bisogno di essere gestita diversamente: il locker può realizzare quel punto di congiunzione strategico, in contesti più comodi come il quartiere, il condominio, l’azienda. In quest’ottica, i locker avranno il merito di ridurre quel traffico urbano che si inserisce nel tessuto stradale. C’è un altro elemento: fatta eccezione per la contingenza del Covid, in casa stiamo sempre meno, divisi fra un ufficio o una location più flessibile per noi: in quest’ottica, flotte di locker possono ridurre e ottimizzare il traffico cittadino e la logistica in generale“.
Che ruolo hanno le criptovalute e la blockchain nella logistica?
“Distinguerei tra criptovalute e blockchain. Abbiamo valutato di integrare nei nostri distributori automatici le criptovalute, intese come modalità flessibile di pagamento, già 5 anni fa: integrarle deve essere una scelta condivisa con il mercato. Sulla blockchain, qualunque sistema che consenta una tracciabilità delle merci e, quindi, anche una sicurezza delle transazioni e del corrispettivo pagamento, può garantire maggiore efficienza all’intero sistema. Inoltre, il fatto di poter legare una catena blockchain con la garanzia di tracciabilità e sicurezza dei prodotti, come quelli alimentari o dell’abbigliamento per esempio, renderebbe migliore il mondo in cui viviamo“.