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Zara e H&M, colossi del fast-fashion, stanno reagendo alla pandemia con velocità diverse

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I due colossi del fast-fashion, Zara e H&M, si stanno riprendendo dalle difficoltà scaturite dalla pandemia Covid a velocità molto diverse tra loro.

Zara e H&M, colossi del fast-fashion, stanno reagendo alla pandemia con velocità diverse

Nella giornata di mercoledì 15 settembre, Zara e H&M, due dei più grandi rivenditori di moda del mondo, hanno pubblicato i risultati delle proprie vendite. Mentre la società a cui fa capo Zara, Inditex, ha mostrato profitti da record, quelli della svedese Hennes & Mauritz (H&M) sono scesi molto al di sotto delle aspettative.

Nonostante i negozi delle due catene di abbigliamento siano spesso situati a 100 metri di distanza l’uno dall’altro, solo Inditex è riuscita a riprendersi dalla pandemia in modo brillante, aiutata da una incredibile svolta progettata all’insegna dell’integrazione dei suoi negozi online e brick-and-mortar.

Nel trimestre estivo compreso tra maggio a luglio, quindi, Inditex ha registrato 6,99 miliardi di euro (8,27 miliardi di dollari) di entrate e ha superato il suo massimo estivo pre-pandemia, grazie all’incredibile rivitalizzazione della domanda dei consumatori e alla crescita delle sue vendite online.

Al contempo, le vendite del gruppo H&M, che possiede una serie di altri marchi tra cui Arket, Cos, & Other Stories e Weekday, sono cresciute meno del previsto da giugno ad agosto. Le restrizioni hanno tenuto gli acquirenti lontani dai negozi e le vendite sono aumentate solo del 9%, ossia di 55,6 miliardi di corone svedesi (6,46 miliardi di dollari).

Le vendite nette del gruppo svedese sono scese dell’11% rispetto allo stesso trimestre del 2019, prima della pandemia, mentre il gruppo spagnolo Inditex ha registrato un aumento del 7% rispetto alle vendite estive del 2019.

Le strategie messe in atto da Inditex

Con l’avvento della pandemia, Zara ha chiuso il 95% dei suoi negozi e la sua catena di approvvigionamento notoriamente reattiva ha cancellato 287 milioni di euro di scorte nel marzo 2020. Inditex, invece, ha investito 2,7 miliardi di euro nell’integrazione tecnologica del suo shopping online e in negozio, strategia che sembra aver dato i suoi frutti.

Utilizzando i chip di identificazione a radiofrequenza per razionalizzare ulteriormente la sua catena di approvvigionamento e il sistema delle scorte, Inditex è riuscita ad aumentare le sue vendite online per la prima metà dell’anno del 36% rispetto allo stesso periodo del 2020, e del 137% rispetto al 2019.

Le difficoltà incontrate da H&M

Al pari di Inditex, anche H&M ha iniziato a intensificare i suoi sforzi e investimenti per costruire un simile spazio omnichannel e online nel maggio 2021, consentendo l’aumento delle vendite online.

“I blocchi e le restrizioni hanno continuato a ostacolare l’incremento delle vendite, in particolare in Asia. Tuttavia, poiché le restrizioni sono state allentate, le vendite in negozio sono aumentate in molti mercati, mentre le vendite online hanno continuato a crescere”, ha spiegato H&M.

Gli analisti prevedono una continua ripresa per H&M con l’allentamento delle restrizioni. “In diversi mercati dove non ci sono restrizioni, H&M sta sperimentando uno sviluppo positivo delle vendite rispetto al 2019″, hanno detto gli analisti di Berenberg in una recente nota, “il che dà fiducia al management nella ripresa man mano che le restrizioni vengono rimosse altrove.”

Nelle prime contrattazioni di mercoledì, le azioni dei due rivenditori non hanno seguito le loro rispettive performance. Le azioni di H&M sono scese del 3%, mentre Inditex è stata ridimensionata del 2%.

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Scritto da Ilaria Minucci

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